Se voi attraversate il canale Inderhavnen di Copenaghen verso la Vor Frelser Kirke (Chiesa del Nostro Redentore) potete accedere facilmente alla Fristad Christiania (Città Libera di Christiania), ovvero circa 34 ettari di suolo pubblico che dal 1971, quando era una base militare abbandonata, sono occupati da una comunità autogestita che conta oggi circa mille abitanti. Dopo scontri più o meno violenti e una serie di leggi (principalmente quella del 1989 e quella del 2004), Christiania e le autorità danesi sono giunti a un compromesso nel 2011: la comunità potrà acquistare il fondo per 10 milioni di euro.
Il principio dell’autogestione dei luoghi pubblici è costantemente terreno di scontro tra autorità e cittadini/residenti. Ma cosa significa pubblico? Letteralmente è tutto ciò che appartiene al popolo. Lo Stato è preposto a fare ciò che è nell’interesse di tutti, ma al popolo, almeno in alcune occasioni, è permesso rappresentare se stesso?
Quando studiavo all’Università di Padova esisteva un’aula studio autogestita che noi usavamo chiamare il Pollaio. Non so come si sia conclusa la faccenda, ma l’esperimento non ha mai avuto vita facile con le autorità. Gli studenti possono gestire un’aula studio in nome del popolo o deve essere per forza il sindaco o il magnifico rettore a farlo?
Noi consideriamo lo Stato come la migliore gestione possibile di tutto ciò che è pubblico, il che la rende di conseguenza anche l’unica legittima. Ma scellerate amministrazioni centralizzate da una parte ed alcuni eccellenti esperimenti di autogestione dall’altra, dimostrano che non è necessariamente vero.
Il Teatro Valle è un’esperienza ancora diversa rispetto alle due che ho citato, ma ha in comune con esse l’opposizione dei rappresentati dello Stato, nella fattispecie del sindaco Marino che ha annunciato un bando per privatizzarne la gestione. Apro una parentesi: nel PD mi pare ormai prassi diffusa quella di sfrattare il popolo col sorriso sulle labbra, sbaglio? D’altronde si sono autoproclamati i Tony Blair de noantri. A detta di molti giornalisti, del pubblico e a quanto pare addirittura dello stesso Campidoglio, la gestione del teatro Valle, finora, è stata tutt’altro che fallimentare. A quale bene comune superiore sta puntando allora lo Stato, nella persona del sindaco Marino? A creare liquidità per il comune? Per farci cosa? Non è dato saperlo.
Non lasciate che ciò che è del popolo diventi lentamente proprietà privata delle Istituzioni, non lasciate mai che le autorità considerino il popolo un criminale. Giù le mani dal Valle Occupato!