Cerchiamo di capire bene quale può essere stato il successo di Facebook, il Social Network ideato da Mark Zuckerberg, che oggi conta più di 500 milioni di iscritti. Il sito nasce quasi per gioco, anzi, più che altro per vendetta: dopo esser stato lasciato dalla sua ragazza, Zuckerberg decide di creare FaceMash, un portale web che raccoglieva le immagini delle ragazze di Harvard, mettendole a confronto a coppie e lasciando agli utenti la possibilità di votare la più carina.
Da questo semplice strumento di svago e passatempo, Facebook, nel tempo, si è trasformato. Per come lo vediamo noi ora, è un mezzo che permette di mantenere i contatti con persone con le quali sarebbe difficile vedersi, o parlarsi, con amici lontani o persi di vista, con parenti, colleghi… Grazie all’invenzione di Zuckerberg, abbiamo, oggi, la possibilità di “tenerci aggiornati” su conoscenti, che, magari, non avremmo mai avuto occasione di rivedere, che il corso degli eventi ci avrebbe fatto dimenticare.
Da questo punto di vista, è un’invenzione che si adatta in modo perfetto al mondo odierno, perennemente frenetico e incapace di concedere troppo spazio ai rapporti umani, alle amicizie. Vedendolo sotto questa luce, il sito ha un qualche cosa di rivoluzionario: ti permette di colmare quel vuoto affettivo che la società stessa ha contribuito a creare. Ci sono poi molte altre possibilità offerte dal portale, che sarebbe difficile enumerare.
Ma oltre a questo, la vera potenza che ha scatenato il successo di Facebook è stata la sua capacità di soddisfare un intrinseco bisogno psicologico dell’uomo: la ricerca di attenzione. Quando un utente del Social Network accede al sito, si apre un mondo tutto per sé, quasi irreale, dove ci sei tu, circondato da un sacco di ‘amici’, che, come te, hanno l’esigenza di far sapere a tutti cosa gli passa per la mente, o dove sono stati la sera prima, o farti vedere le loro foto in giro per la città o per il mondo.
Chi non ha mai avuto come desiderio profondo l’essere famoso, o l’essere al centro dell’attenzione, esibirsi davanti a un pubblico che condivide le tue parole, che apprezza quello che fai, e, addirittura, che ti invidia?
In parte, Facebook ti dà questa possibilità. Il tuo pubblico sono tutti quelli che il sito definisce ‘amici’ (giusto per aumentare questo senso di soddisfazione), in media 300 a persona e tu, come se fossi in piedi sul palcoscenico, hai la possibilità di far sapere a tutti cosa stai passando, quali sono i tuoi pensieri, che condividi con altri un particolare stato d’animo…e via dicendo.
Qui non sembra di essere nella vita reale, dove la tua voglia di esprimerti è, magari, repressa o soffocata, comunque non soddisfatta. Ora hai la possibilità di mettere nero su bianco i tuoi pensieri, che rimangono lì, immobili, in attesa che qualcuno se ne accorga, in attesa che arrivi la notifica che ti fa sapere che c’è chi che la pensa come te.
Facebook è quindi un antidoto contro la solitudine, un espediente che permette di realizzare un’aspirazione psicologica. Tuttavia bisogna stare attenti a non confonderlo con la realtà, perché si rischia di estranearsene troppo e non riuscire più a riconoscere quelli che sono i veri rapporti umani.
Perché, alla fine, per mantenere determinati contatti e legami sinceri, non è sicuramente indispensabile un Social Network.
in futuro ognuno avrà diritto al suo quarto d’ora di celebrità
Bhè, noi con QDS abbiamo ben più di un semplice quarto d’ora… XD