Erano gli anni di Tangentopoli quando, durante una perquisizione dello studio in via Boezio e nella sede dell’associazione socialista Giovane Italia, venivano sequestrati migliaia di documenti, tabulati, foto e filmati riguardanti gli incontri di alcuni uomini del PCI (tra cui lo stesso segretario Berlinguer) con altri compagni o leader di altri movimenti.
D’altronde quella dello spionaggio non era allora pratica nuova, così come oggi, seppur gran parte dei “virus democratici” che avevano attaccato le istituzioni e l’intero sistema politico di quell’Italia della prima Repubblica sembravano esser stati debellati, non è certamente un capitolo chiuso.
Se come testimonianza per il passato, prima ancora della nascita della viziata Italia Repubblicana, Gaetano Salvemini ne “Il Governo della malavita” ha illustrato le attività illecite di spionaggio disposte da Giolitti nei confronti delle opposizioni e dei giornali, oggi a tener fede all’illecita prassi ci pensa l’erede politico dell’esule Bettino, il cavalier-caimano, l’imperatore dell’italietta post-moderna nella sua seconda reincarnazione repubblicana.
Ricorderemo tutti, infatti, che proprio l’ex-animatore da crociera –appena pochi anni fa– richiese, ai servizi segreti, di tenere sotto controllo Romano Prodi, segno ulteriore di come il biscione non solo abbia stretto accordi con dittatori internazionalmente riconosciuti come tali, tentando di sdoganarli con notevoli figuracce globali, ma abbia anche pedissequamente seguito le orme della migliore storia politica italiana, senza tralasciare molti degli aspetti illeciti e turpi, andando ad aggiungerne, anzi, altri (o sospetti di altri) alla già molto decorosa lista.
Cosa aspettarsi, in fondo, da un presidente operaio di cui continuamente le ANSA batton titoli moralmente inaccettabili?
Per tornare ai tempi della Prima Repubblica, i Dossier ritrovati contenevano dati a partire dagli anni ’80, quando il PCI aveva un ruolo di rilievo nella lotta al terrorismo e sottoscriveva atti interni e di politica internazionale insieme agli altri partiti italiani, mostrando tutta la sua correttezza e affidabilità. In base a quale motivo, a quale sospetto, dunque, tale dossieraggio fu commissionato al SISMI e al SISDE e poi recepito dal satrapo garofanato anche quando divenuto, ormai, latitante? Per quale motivo, pur non essendo più Capo del Governo, lo storico leader del PSI conservava (e ancora recepiva) informazioni frutto di attività di controllo illegittime compiute dai Servizi Segreti?
Domande cui non si rispose mai. Sta di fatto che l’Italia, almeno dagli anni ’80 e sicuramente fino alla seconda Repubblica, ha avuto il peggiore dei Partiti Socialisti del mondo nonché dei “servizi segreti del tutto inaffidabili” e che questo del dossieraggio è stato solo uno degli aspetti emblematici, problematici ed ambigui della figura dell’imano.
Ancora, tuttavia, vi è qualcuno, a sinistra, che chiede la rivalutazione e l’intitolazione di strade al fu Bettino, il suo inserimento tra le figure guida del Pantheon di partiti di centro-sinistra eredi, non ironicamente, della migliore tradizione della Sinistra Italiana, quella Sinistra che lo stesso Craxi ha tentato di sporcare con l’accusa di finanziamenti illeciti (dichiarazioni smentite dai diretti interessati e dall’autorità giudiziaria), quella Sinistra che combatteva davvero per un’Italia migliore in cui venissero riconosciuti i diritti fondamentali, quella Sinistra che ha saputo dimostrare tutta la sua responsabilità e affidabilità, quella Sinistra in mostra, in questi giorni, alla Casa dell’Architettura di Roma, quella Sinistra che non fu colpita (perché non colpevole) dal turbine di Tangentopoli.
Quella Sinistra, insomma, che DAVVERO aveva le Mani pulite.
(Fonti: IL SISDE SPIAVA BERLINGUER e SPIANDO BERLINGUER da Repubblica 6/10/95
di PIERO COLAPRICO e LUCA FAZZO;
SPIONI, BETTINO E LA STORIA DEI FALSI DOSSIER di Diego Novelli)