Leggendo qualche articolo di stampa internazionale ci si getta sempre di più nello sconforto, notando l’incredulità dei giornalisti stranieri nel vedere ancora Berlusconi sulla poltrona di Palazzo Chigi. L’italiano ha ormai spostato il grado di tolleranza dei comportamenti dei propri politici a livelli inimmaginabili fino a qualche anno fa. L’ultima frontiera che potrebbe spingere il popolo italiano a cambiare opinioni sui loro idoli politici potrebbe essere forse l’omicidio premeditato, dopo che ipotesi di corruzione, concussione, falso in bilancio, concorso in associazione mafiosa, induzione alla prostituzione minorile, hanno miseramente fallito.
Mettiamoci nei panni degli Americani. Il più grande scandalo politico, ancora fortemente vivo negli animi degli statunitensi, è stato il Watergate, protagonista il partito repubblicano con a capo Richard Nixon. Ancora oggi, nella satira politica targata USA, il male assoluto viene identificato con l’ex presidente degli anni ’70, colpevole di aver permesso l’introduzione di spie e di cimici all’Hotel Watergate, dove si riunivano i membri del partito avversario dei democratici, per riuscire a carpire informazioni utili che gli garantissero un’arma in più per le elezioni. Lo scandalo negli States è stato assoluto, si sono versati fiumi d’inchiostro per raccontare nei dettagli la vicenda, è stato fatto anche un celeberrimo film (Tutti gli uomini del presidente) e ha garantito al presidente Nixon una fama di lestofante per il resto della sua vita.
È normale, quindi, capire la reazione di sconcerto dei cittadini non italiani nel vedere un uomo (Berlusconi) non solo rimanere al potere dopo le accuse che pendono sulla sua testa, ma nel constatare che gli italiani continuano a dare fiducia ad un personaggio pluri imputato e protagonista di uno scandalo sessuale che, probabilmente, non ha precedenti nella Storia dei governi occidentali.
E non si può dire neanche che i cittadini americani non sono abituati a scandali sessuali a livelli governativi. Bill Clinton, più che per le sue riforme, è passato alla storia per il cosiddetto Sexgate, uno scandalo legato alla sua presunta relazione con la stagista Monica Lewinsky, che il presidente ha sempre negato, ma che ha permesso ai suoi avversari di ottenere per il presidente l’accusa di impeachment. In seguito il Senato giudicò Clinton non colpevole, evitandogli le dimissioni.
In Italia siamo ormai ben oltre queste inezie, viene quasi da sorridere nel vedere l’indignazione che ancora oggi scuote gli statunitensi nel ricordare gli scandali di cui è stato protagonista il loro governo. Certo, perchè nel momento in cui il leader politico mantiene un comportamento criminoso ed egli rappresenta la volontà popolare, gli elettori non fanno sicuramente una buona figura. Mantenere un presidente a capo di un paese dopo che vengono alla luce infamanti verità è un atto di irresponsabilità civile e il segno di una società che non riconosce più i limiti e le caratteristiche di un buon governo.
Nel nostro paese il livello di sopportazione si è alzato così tanto che è ormai impossibile stabilire dove sia arrivato, ovvero fino a che punto una persona può spingersi prima di essere giudicato un criminale. Molti dicono che il capo di un governo rappresenta i suoi elettori, che rispecchia come sono fatti. Tradotto: Berlusconi infrange la legge, gli italiani sono come lui, a loro piace infrangere la legge e di conseguenza votano Berlusconi. Il premier rispecchia una mentalità e una cultura che piace al popolo italiano (o, almeno, alla maggioranza) e questo gli garantisce un consenso a livello nazionale che dura ormai da una quindicina d’anni (pur sempre a fasi alterne).
Non mi pare che sia questo lo “zoccolo” su cui Berlusconi fonda la sua base elettorale, o, per meglio dire, non è questo settore della popolazione che forma la maggioranza dei seguaci del Premier. Il terreno in cui ha seminato in questi anni i semi del suo elettorato è stato quello dell’ignoranza e della disinformazione, che gli ha permesso di garantirsi uno scudo per le sue malefatte e la possibilità di manipolare il parere e la coscienza politica degli italiani con la sua personalità e il possesso dei media.
Quel che è sicuro, per ora, è che, ancora, quel famoso limite di decenza è ancora lontano dall’essere percepito dai cittadini del Bel Paese.