Mi è capitato sotto agli occhi proprio ieri un articolo in cui si elencavano e analizzavano quelle che saranno le professioni del futuro e i settori che, presumibilmente, potranno offrire a questa spaesata gioventù un impiego. Non si può stabilire con certezza che quelli proposti saranno effettivamente i rami lavorativi meno asfittici, nessuno ha la sfera di cristallo e si spera che le cose possano cambiare offrendo impieghi che esulino anche da quelli qui proposti. Eppure qualche ipotesi si può fare. Una recente ricerca condotta da Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali) ha individuato 54 nuove emergenti figure professionali , legate, per lo più, dallo stesso minimo comun denominatore. La maggior parte di queste è connessa all’ambiente, quell’ambiente vittima continua delle vessazioni dell’uomo ora diventa fonte di lavoro e scenario per figure professionali nel solare termico, nel fotovoltaico, l’eolico e le biomasse. Sono i cosiddetti “Green Jobs” (lavori verdi) destinati ad occupare le generazioni future. Eccone alcuni esempi: ingegnere solare, designer del parco eolico.. e altre figure “trasversali” come manager in energie rinnovabili, geometra ambientale, tecnico ecologo… Emerge chiaramente da questo quadro che i lavori “storici” sono destinati ad essere soppiantati, o comunque a passare in secondo piano, da questi lavoratori dalle cariche altisonanti ma che non si capisce poi così bene come operino concretamente. Sarà anche questa una moda come ormai il cibo biologico e lo spacciarsi per ecologisti?
Lasciando a voi la risposta a questo quesito “esistenziale” , vi ripropongo intanto qui la “top ten” dei lavori del futuro. Al primo posto troviamo l’ecochef , fondamentalmente un responsabile di un ristorante dotato di particolari conoscenze nel campo del biologico. Sul secondo gradino del podio vi è l’interior designer , ovvero designer degli interni, che può avvalersi di un’ ulteriore specializzazione diventando un eco-designer degli interni (notare l’utilizzo direi quasi ossessivo del prefisso “eco”). Il terzo posto è occupato dall’ avvocato ambientale, ovvero un laureato in giurisprudenza specializzato nelle norme del diritto per la conservazione e la tutela dell’ambiente. In quarta posizione ecco il naturopata, attività terapeutica fondata sull’impiego di tecniche, strumenti e sostanze naturali non invasive. Quinta professione proposta è quella del wedding planner, per cui è richiesta una laurea in Relazioni Pubbliche o Scienze delle Comunicazione, seguita da un master in Organizzazione o Progettazione degli Eventi. Il sesto posto è quello dell’ hair stylist e, attenzione, accanto a questa figura si sta sviluppando quella dell’eco-parrucchiere: esperto che si prefigge di abbattere l’inquinamento ambientale tramite l’utilizzo di macchinari e cosmetici di “nuova generazione”. Settimo futuro lavoratore è il netergonomo; non è una parolaccia ma è la professione di chi migliora l’aspetto dei siti di e-commerce. In ottava posizione c’è lo statistico creativo, curiosa accoppiata che mette insieme competenze relative alla statistica e quelle relative ai processi dei nuovi mezzi di comunicazione. Al penultimo posto eccovi il personal shopper , nonché il consulente per gli acquisti e decimo ed ultimo lavoro di questa classifica è il marketing web, che prevede un reclutamento della clientela tramite tutti i mezzi di internet e i suoi derivati (come gli smartphone). Tra le professioni “intramontabili” vengono inserite le rassicuranti figure, in mezzo a tutta questa modernità, dell’insegnante, infermiere e fisioterapista. Che ci sia spazio anche per lavori dai nomi meno accattivanti ma da sempre capisaldi della nostra società?