Dato l’enorme peso che ha sul bilancio energetico globale, circa il 33%, Legambiente ha di recente condotto un’indagine, denominata “Tutti in classe A”, sulla qualità energetica degli edifici in cui viviamo e lavoriamo in 15 province italiane. L’indagine è stata condotta con l’ausilio della termografia su edifici privati di recente costruzione (di non più di 10 anni di vita) e pubblici, per evidenziare eventuali dispersioni di calore. Una squadra di tecnici ha analizzato 100 edifici. Quello che è emerso purtroppo è una qualità energetica degli edifici molto scarsa, sia nel privato, ma anche nel pubblico. Nove edifici su dieci infatti risultano lontani dagli standard e solamente 11 edifici invece posso essere considerati promossi. Con non molto stupore, tutti e 11 questi edifici si trovano a Bolzano, unica provincia virtuosa.
Le termofoto evidenziano chiaramente tutti quegli aspetti dissipativi nelle pareti esterne degli edifici che rendono molto dispendioso il riscaldamento durante l’inverno e il raffrescamento durante l’estate visto che sia termosifoni che condizionatori devono fare molto più lavoro.
Per quanto riguarda gli edifici residenziali sono stati analizzati edifici di recente costruzione venduti a prezzi superiori ai 3000-4000 euro/m2. La differenza di costo tra un edificio “normale” e uno di classe energetica A incide solo per un 10%. Eppure un edificio di classe energetica A ha bisogno di circa 30 kWh/annui a metro quadro, un edificio di classe energetica C ha bisogno di 70 kWh/anni a metro quadro, mentre un edificio di classe energetica E, come la maggior parte di quelli rilevati dall’indagine di Legambiente usa ben 120 kWh/annui a metro quadro. Questo dimostra come in Italia, sebbene la direttiva europea UE 31/2010 abbia imposto la certificazione energetica obbligatoria su tutti i nuovi edifici e su quelli esistenti in compravendita, ci sia ancora una sostanziale sottovalutazione dei progettisti sui nuovi materiali, sulle nuove tecnologie e modalità di costruzione di edifici a risparmio energetico, che non è dovuta alla differenza di costo.
Sono stati analizzati anche gli edifici pubblici e su 19 ben 18 non hanno una classificazione energetica A, anzi. Ancora una volta solo il palazzo, di recente costruzione, sede amministrativa della provincia di Bolzano rispetta gli standard. Nella relazione di Legambiente inoltre vengono analizzate le normative regionali nell’ambito della certificazione energetica riscontrando anche in questo settore una sostanziale inadeguatezza. A parte infatti le province autonome di Trento e Bolzano, la Lombardia e il Piemonte, dotate di normative che trattano certificazione energetica, obblighi e sanzioni, le altre regioni hanno una normativa incompleta o addirittura insufficiente. Eppure la sopracitata direttiva europea prevede addirittura che entro il 2021, tutti gli edifici di nuova costruzione non utilizzino energia per il riscaldamento o il raffrescamento dell’edificio o che questa provenga da fonti rinnovabili.
Fonte La Repubblica
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