Non è libero l’uomo che opprime una donna

Il titolo di questo articolo è mutuato dalla celebre intervista che Enrico Berlinguer rilasciò a Carla Ravaioli:

Certa mentalità retriva e discriminatoria nei confronti della donna, certe posizioni pregiudizialmente antifemminili e antifemministe, costituiscono un ostacolo concreto e pesante all’emancipazione femminile, e, sì, fanno dell’uomo l’oppressore della donna. E non mi riferisco solo al borghese, al capitalista, ma anche all’operaio, anche al proletario, anche al comunista. È il retaggio di una storia antichissima che oggi, con la crescente consapevolezza femminile dei propri diritti, determina una certa lotta tra i sessi e l’esigenza per la donna di una liberazione anche nei confronti dell’uomo…

«Non può essere libero un popolo che ne opprime un altro» scriveva Marx; un’affermazione che potrebbe essere parafrasata a questo modo: non può essere libero un uomo che opprime una donna.

Ebbene, di questi tempi, dove a contare non è la sostanza, ma l’apparenza, dove abbiamo sempre di più l’immagine della donna oggetto che viene propagandata dalle televisioni del Presidente del Consiglio (praticamente tutte), rileggere queste parole vecchie di 33 anni fa riflettere. Perché se l’evoluzione della condizione della donna è passata da “casalinga” a donna-giocattolo (magari minorenne, per la gioia delle perversioni sessuali di un vecchio settantenne), c’è da chiedersi come sia successo. Chi doveva vigilare, non l’ha fatto. E i responsabili di questo disastro politico-culturale sono sotto gli occhi di tutti: i loro nomi sono scritti in calce alla Legge Mammì che diede vita al monopolio televisivo incostituzionale del Presidente del Consiglio attuale. Di una Sinistra che, accontentandosi di avere il controllo di una rete su tre della Rai, aprì la strada alla più grande rimozione culturale che l’Italia abbia mai vissuto, ponendo le basi della sua sconfitta. Ci vorranno anni per rimediare a questo disastro. Perché è sempre un problema politico-culturale. Se si pensa che basterà fare una legge sul conflitto di interessi e sulle televisioni per risolvere il problema, in realtà non avete capito nulla dell’Italia d’oggi. La politica faccia il suo lavoro, ma dia anche gli strumenti alla cultura per fare altrettanto.

 

da Storie di Ordinaria Indecenza

28 commenti su “Non è libero l’uomo che opprime una donna”

  1. non è libera neanche la donna che rompe gli ziribei agli uomini,non è libera neanche quando diffonde menzogne sul suo conto,non è libera neanche quando delega,non è libera neanche quando non conosce i suoi diritti,non è libera neanche quando non ha il coraggio di dire quello che pensa.

  2. purtroppo è tutto vero, non sarà certo una Legge sul conflitto d’interessi che potrà rimediare a questo disastro della culturam ma soprattutto dei sentimenti, dlla corruzione ad ogni livello!

  3. Per favore non accostiamo Almirante a Berlinguer. Un servo di Mussolini con un uomo che ha fatto della difesa della libertà democratica (in senso marxista e gramsciano) la ragione della sua parabola politica ed umana.

  4. Amici miei. Non accosto nessuno a nessuno. Ognuno ha la la sua storia. Ho nominato i segretari contemporanei a Berlinguer. Chi mi dice che qualcuno di loro non era persona per bene, sopratutto se paragonata ai gaglioffi di oggi?

  5. Un grande uomo, un grande segretario un grande comunista ma non entriamo nella banalità in fondo questa frase detta da Berlinguer è una frase ricca di buonsenso, che potrebbe essere applicata anche nel concetto di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te

  6. Ha detto bene Sig. Capitta, qualcuno di loro. Se si riferisce a Pietro Nenni posso essere d’accordo con lei. Sugli altri ci sarebbe da discutere. Ma mettere Giorgio Almirante in questo gruppo è fare un accostamento fuori luogo in senso storico e politico. E siamo un pò stanchi di questa par condicio di comodo. I farabutti ci sono sempre stati in ogni epoca. Almirante era uno di questi. Per cui definirlo grande segretario è una forzatura che non rende le ragioni di questo accostamento. E’ stato segretario di un partito che non ha mai contato nella scena politica se non come fucina dell’eversismo e dello stragismo nero di quegli anni. E si è sempre orgogliosamente dichiarato fascista e fedele al fascismo. Basta questo a renderlo incompatibile con i nomi che lei ha fatto.

  7. Riccardo, lo ha raccontato Assunta Almirante in tv. Quando mori’ Berlinguer e la slma fu esposta nella camera ardente alle Botteghe Oscure, si formo’ una coda di chilometri dei cittadini che volevano rendere l’ultimo saluto al Segretario. Tra loro, in fila, Almirante. Ando’ Paietta a prenderlo invitandolo a lasciare la fila ed entrare con le autorita’. E gli incontri segreti tra Berlinguer ed Almirante furono diecine. Non lo dico io che erano tutti Grandi, lo dice la Storia.

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