Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna formano un acronimo (PIGS) che è stato “maliziosamente” loro attribuito per identificarli come i paesi dell’area Euro che si trovano in maggiori difficoltà economiche e con debiti pubblici ai limiti del collasso.
Mentre l’attenzione dei mass media italiani ed internazionali in questi giorni si sta concentrando principalmente sulle vicende libiche e sull’evoluzione delle conseguenze del terremoto giapponese, c’è un fatto che è stato un po’ dimenticato e che è accaduto durante la settimana che si sta per chiudere: le dimissioni del primo ministro portoghese José Socrates.
Appartenente al PS (partito socialista) e riconfermato nel 2009 dopo aver assunto la carica nel 2005, il 23 marzo ha dovuto rassegnare le proprie dimissioni a seguito della bocciatura del piano di risanamento e di austerity presentato in parlamento per evitare il ricorso agli aiuti dell’Unione Europea e del Fondo monetario internazionale.
Di fronte a questa situazione è molto probabile che entro pochi mesi vengano convocate nuove elezioni dove stando agli ultimi sondaggi pare in netto vantaggio il centrodestra (PDS) guidato da Pedro Passos Coelho determinando dunque un netto cambio politico del paese.
Qualora ciò avvenisse il leader dell’attuale opposizione ha già fatto sapere che l’aiuto esterno è praticamente inevitabile.
E’ evidente che questa crisi politica sommata a quella economica non sia di buon auspicio per le sorti del Portogallo; non è un caso che le agenzie Fitch e S&P abbiano immediatamente tagliato il rating dei titoli di stato lusitani (rispettivamente da A+ ad A- e da A a BBB) avvertendo sulla possibilità di ulteriori tagli.
Detto questo, guardiamoci ora un attimo allo specchio e pensiamo all’Italia.
Teniamo presente: l’imminente aumento del tasso BCE, l’enorme ammontare del debito pubblico, la crisi congiunturale, la sempre maggiore esposizione debitoria privata con l’incremento del ricorso ai prestiti al consumo. Di fronte a tutto ciò non possiamo rimanere indifferenti alle vicende che stanno interessando paesi europei con situazioni analoghe alle nostre, anche perché questi stati potrebbero trainarci dentro ad un pericoloso vortice da cui sarebbe assai difficile uscirne.
Va bene che debba essere risolto il problema della riforma della giustizia (ad personam), va bene che il nostro premier si occupi del benessere economico di “Ruby rubacuori”, va bene addolorarsi per le sorti di Gheddafi salvo poi contemporaneamente prestare le basi aeree per bombardarlo, va bene distrarsi con tutto ciò che serve a non pensare a ciò che ci circonda…. va bene tutto, ma attenzione….
Attenzione a non svegliarci un giorno e sentirci dire che siamo anche noi diventati dei “PIGS” costretti a bussare le porte del Fmi per chiedere un urgente piano di salvataggio per evitare la bancarotta.
Il ventre molle dell’UE…
scusate ma la I non sta per Irlanda??? Forse la bandiera trae in inganno per via del rosso acceso, ma è quella irlandese.. Non tarderemo a entrare nella categoria ok, ma andiamoci piano..
L’acronimo Pigs comprende l’Italia. Poi ne esiste anche un’altro (Piigs) che invece include anche l’Irlanda. Comunque sempre male stiamo messi…
In origine era così… Ti segnalo però questo link tratto dal sito de “Il Sole 24 ore”:
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2010/02/italia-esce-club-pigs.shtml?uuid=6196624c-1162-11df-b2d8-92dd20be9017
simon io sapevo il contrario PIGS senza italia PIIGS con l’italia vabbè siamo lì lì alla fine poco cambia
ti segnalo questo link tratto da “Il sole 24 ore”
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2010/02/italia-esce-club-pigs.shtml?uuid=6196624c-1162-11df-b2d8-92dd20be9017