Euforici commenti su fb, che stentavo a capire. “Ha vinto Andrea, ma va bene lo stesso.”, è il commento principe che compariva sulla home di facebook. “Ma Andrea chi?”, faccio nella mia profonda ignoranza. “Ma come chi, Andrea Cocco!”
La mia faccia allibita (-.-) fa credere al mio interlocutore che stia scherzando, perché magari tifavo quell’altro, che “era una persona perbene, mai una parola fuori posto, un signore.” Io, ventidue anni suonati e nemmeno un’edizione del Grande Fratello alle spalle, trovo le mie risposte solo tramite google, perché gli esaltati dalla vittoria di questo, presumo, gran gnocco che fa andare in visibilio le ragazzine, non mi danno nemmeno più retta, tanto sono presi dai festeggiamenti. Che dire, dopo sei mesi (sì, sulla indecente durata sono informato) è finito il Re dei Reality Show, e ha pure avuto uno share del 32% con più di sei milioni di italiani incollati allo schermo per vedere se vinceva il Cocco o il Fesso (così me l’hanno descritto, spero di non fare torto al diretto interessato).
Solo una volta, perché ospite a cena a casa d’altri (e il bon ton mi impediva di impormi sui gusti televisivi degli ospiti) ho avuto il dispiacere di vedere mezza puntata di questa edizione del Grande Fratello, era il periodo delle bestemmie, mi pare ne avessero buttati fuori tre o quattro, dopo averne fatti rientrare altri cacciati l’anno scorso, insomma, il solito pateracchio in salsa berlusconiana. Grande indignazione percorreva il pubblico in sala e soprattutto i moralisti benpensanti come Signorini (lo spin-doctor del bunga bunga di Harcore), però sono rimasto scioccato da una cosa, mentre gli altri tifavano per questo, per quell’altro: la mancanza di rispetto per se stessi, prima ancora che per gli altri.
Un tale insultava pesantemente una ragazza perchè, a soldoni, non ci stava e la direzione del programma non ha provveduto a censurare quel comportamento che, a mio avviso, è ben più abietto di una bestemmia (che per altro puoi anche censurare, non mandandola in onda… ma si sa, lo share è lo share). Forse alle gerarchie ecclesiastiche, visto come trattano le suore, non interessa il rispetto della donna e nemmeno quello di se stessi (in una parola: l’educazione, meglio se civica), eppure a condurre il Grande Fratello c’è una donna, che può essere berlusconiana quanto si vuole, però un minimo di rispetto per se stessa dovrebbe avercelo. O no? A quanto pare no.
Del resto, hanno ragione loro. Sono loro che devono indignarsi che io non sappia chi è Andrea Cocco. Così come ha ragione Andreotti che “Ambrosoli se l’andava cercando”. E sono loro che sono legittimati dalla pubblica piazza a fare la faccia strana quando parlo di Berlinguer, di Pertini, di Ambrosoli, di Matteotti o di qualsiasi altra cosa che non passi in televisione, ma che puoi sapere solo se smetti di guardarla o guardi solo programmi che non mettano a rischio la tua sanità mentale.
E Vittorio Arrigoni? Di lui, oramai, si sa solo quando è morto. Mi piacerebbe poter dire, un giorno, su facebook, “Ha vinto Vittorio.” Vittorio però è morto, non è stato sei mesi al Grande Fratello, ma tre anni in Palestina, aveva rispetto di se stesso e degli altri, di lui in pochi in futuro si ricorderanno solo l’invito “Restiamo Umani”. Vittorio è morto, i Grandi Vecchi sono morti. A ben vedere, nemmeno noi ci sentiamo molto bene.
Grande fratello? Che roba è?
povera italia
Vittorio è morto, ma chi è che non ha il coraggio di parlarne pubblicamente, giornali e media? Chi è troppo diverso da lui: sporco nell’anima!
Se il presente è questo è pensare al futuro la cosa che mi mette più tristezza…
no,ci senstiamo decisamente POCO bene.
io penso che solo i dementi e gli ignoranti vedano il grande fratello, io l’altro giorno parlando con mia madre le dissi: vorrei fare un sondaggio e vedere il grado di istruzione e di intelligenza della gente che vede il grande fratello, l’isola e altre sciocchezze varie, studiate gente studiate, non date retta a berlusconi che dice che con la cultura non si mangia, VIVA VIK SEI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI
siamo proprio agonizzanti..!
il problema è che tanta di quella gente studia.
Vorrei ricordare anche il pacifista Juliano Mer-Khamis, israeliano che si autodefiniva 100% israeliano e 100% palestinese e che auspicava la convivenza e l’integrazione. Aveva fondato a Jenin un teatro frequentato da ragazzini del posto. Lì viveva. Purtroppo la settimana scorsa un estremista palestinese l’ha ucciso. L’accusa sempre la stessa: diffondeva vizi intollerabili. In questo caso il vizio della convivenza. Purtroppo nessuno ha parlato di lui e del suo sacrificio.
purtroppo ci sono tanti che sanno tutto del grande fratello e niente su Palestina otante altre tremende realta’.
Hai ragione Julio…studiate!…ma nelle scuole PRIVATE mi raccomando…xchè quelle pubbliche inculcano i valori sbagliati…i maestri e i professori sono gente di sinistra…come tutti i magistrati…ci sarebbe quasi da ridere se tutto questo non fosse realtà…ha troppo ragione Checco…POVERA ITALIA !!!
Non solo la morte di Vittorio, ma tutte le notizie “scomode” vengono automaticamente bypassate senza nemmeno entrare nelle orecchie della piu’ parte degli italiani! L’importante sono i pettegolezzi da salotto (per servette, dico io), il vestitino firmato e criticare sempre e tutti! Infatti Berlusksa l’ha capito e sta’ dando del “buon materiale” in continuazione, cosi’ da dare gioia al popolo bue!!!
cavolo però se non ho capito male è stato vendicato!!!
vittorio non è un pirla come quelli del grande fratello è un eroe!!!!!!
Ele, preferivo giustizia e non vendetta…
se i professori fossero stati davvero tutti comunisti, oggi non avremmo avuto un ladro pedofilo puttaniere e mafioso al governo. berlusconi con programmi come il grande fratello vuole un popolo che stia sulle poltrone a ingozzarsi di c……. e non di cose serie, sta cercando e gli altri come lui, di fare il lavaggio del cervello alle persone e ci stanno riuscendo visto che c’è gente che davvero che sia innocente…che pena
per questo link e per le parole dei commenti ci metterei un “mi strapiace”…i ragazzi come noi(mi sento un vostro compagno) sono la maggioranza in questo paese quindi non disperiamo ragazzi e fuori le palle così… che la vita è una e mi hanno detto che dall’altra parte non c’è nulla !
(scusate l’intromissione)
oren io non ho detto che la vendetta e giusta resto solo sorpresa!!!
E meno male che nelle scuole pubbliche i professori inculcano valori di sinistra… Altrimenti i nostri alunni non potrebbero che seguire l arte del bunga bunga…squallido!
ma loro pultroppo ragionano cosi!!
Chiamava ratti noi ebrei israeliani o meno che fossimo,nemmeno da morto ha voluto transitare da israele questo ragazzo brianzolo votato ad hamas tradito dalla gente che amava in quella polveriera fuori controllo dove aveva deciso di attivarsi e non certo di pacificare popoli,.Adesso assistiamo attoniti a quello che succede attorno alla salma di questo ragazzo probabilmente impulsivo e generoso che mai aveva voluto spendere un pò di tempo per conoscere ed approfondire la complessità dell’area e la sua millenaria storia,succede che causa la sfortuna dell’incontro con i suoi assassini debba necessariamente diventare un martire o un eroe di pace,laddove x tributare questi epiteti bisogna guardare l’attività in vita e non certo le modalità della morte x quanto orrende ed ingiuste.E’ morto un attivista,un sostenitore e collaboratore di hamas,certamente non è morto martin luther king,nè tanto meno un ghandi………loro non hanno mai odiato il nemico,mai hanno voluto imporgli la loro fede non hanno mai chiamato ratti gli antagonisti,non avevano mai aderito al violento statuto di organizzazioni violente come hamas.la strumentalizzazione politica ed emozionale di questa morte non rende giustizia nè ai nudi fatti,nè ai “ratti”nè a vittorio stesso che non voleva essere nulla di diverso da quello che è stato un collaboratore attivista di hamas sponsorizzato da lle mai ben radiografate ong!!Ridando la verità alla morte di vittorio lo toglierete dal falso x rimetterlo nel vero delle sue scelte che vanno rispettate,piacciano o no………sulla sua bara la bandiera di hamas,più indietro,meno visibile quella italiana,le due bandiere sventolavano durante i funerali di stato che hamas gli ha tributato considerandolo a pieno titolo un eroe jihadista……….credo lui avrebbe preferito essere sepolto là ed evitare questa retorica post mortem che travisa la sua vita di attivista morto x la sfiga di avere incontrato dei brutali ed invasati fanatici + fanatici dei suoi intimi e non certo “per la pace”,concetto francamente speso oggi con troppa superficialità
non conosco la storia nei dettagli ma l’intervento di Giannina Debellich Goldstein mi ha francamente colpito e non essendo un dogmatico di alcuna fede lo apprezzo ma molto eh! la pace non passa mai dall’altrui sconfitta questo meccanismo genera soltanto odio e guerra e nella guerra ci rimettono sempre e solo i più deboli…cmq mi informerò
vedremo cosa si verra’ a sapere di lui e del suo operato,certamente una cosa e’ chiara lui difendeva i palestinesi cioe’ i derelitti confinati in una terra dove non c’e’ niente,magari voi direte che invece gli israeliani sono riusciti a fare crescere gli alberi da frutta a fare giardini e case piu’ belle delle nostre a portare l’acqua dove non c’era ma c’e’ un piccolo particolare da evidenziare gli ebrei sono ricchi e i palestinesi non hanno niente solo sassi e poverta’ io non credo proprio alla versione ufficiale e cioe’ che e’ stato ucciso dai palestinesi ma so che era sul libro nero dei servizi segreti israeliani.Ognuno tragga le sue conclusioni!
Il grande fratello è un insulto alla decenza ed all’intelligenza ,purtroppo seguito dalla massa ,che affonda la testa nella sabbia ,tanto c’è chi si batte per loro !Un caro saluto a Vittorio !!!
Ma che bello questo blog, che ho scoperto solo oggi!
Faccio mea culpa: anche io ho conosciuto Vittorio solo in occasione della sua morte e in quell’occasione mi sono sentita veramente triste, pensando a queste BELLE persone che, colpevolmente, non ci impegnamo a conoscere prima, perchè le loro azioni non compaiono in nessun telegiornale e noi (o molti di noi) siamo troppo pigri per andarli a scovare nelle nicchie dell’informazione libera.
Mi consola il fatto che non ho nemmeno la più pallida idea di chi sia Andrea Cocco, ma la differenza è che di quest’ultimo continuerò ad ignorare l’esistenza senza sentirmi in colpa, mentre il libro di Vittorio è già sul mio comodino.
Grazie a tutti i giovani come te!