In principio fu Atreju, l’intrepido ragazzino “pelleverde” de “La Storia Infinita” di Micheal Ende. Ora è Aslan, il leone mitico de “Le Cronache di Narnia” di C.S. Lewis. Della serie, il fascismo becero e ignorante dei giorni nostri, non avendo alcun orizzonte culturale nè ideale decente, è costretto a nascondersi dietro ai personaggi del fantasy per cercare di essere una minima attrattivo nei confronti delle giovani generazioni.
Il che può anche riuscire per chi cultore del fantasy non lo è, ma per chi invece lo è risulta una pacchianeria di cattivo gusto che lascia il tempo che trova. E che, soprattutto, ha stancato. Perché passi che Giorgia Meloni e la sua allegra combriccola di fascisti in doppio petto (sempre pronti però a riesumare i manganelli quando serve) usino l’immaginario epico-mitico della Storia Infinita con chiaro riferimento alla loro di storia (che è invece finita da un pezzo, morta e sepolta a Piazzale Loreto), ma che ora Ignazio La Russa si appropri del leone di Lewis per risvegliare “il ruggito dell’identità” è veramente troppo.
Perchè a ben vedere sia nel primo che nel secondo caso i due personaggi rappresentano valori che con il fascismo e la Destra non hanno nulla a che fare: il primo, Atreju, è un bambino di 10 anni che vive ai margini del regno di Fantasia (in una sorta di riserva indiana, da qui il nome “pelleverde”) e viene chiamato per salvare il suo mondo dal “Nulla” che lo sta divorando, e poi si scoprirà che l’unico modo per sconfiggerlo è proprio la fantasia dei bambini, ovvero la cultura. Una cosa che i fascisti, da sempre, cercano di annichilire perché è l’unico mezzo che ha un oppresso per ribellarsi al proprio sfruttatore (non a caso questo governo sta distruggendo ogni ambito culturale e creativo di questo Paese). Senza contare che quelli come Atreju, nella realtà, i fascisti li recludono nei Centri di Detenzione Temporanea (ma solo perché non possono mandarli in qualche forno crematorio).
Aslan, invece, incarna tutti i valori di pace, libertà, giustizia, misericordia e generosità che sono sconosciuti a gente come La Russa e Meloni. Tanto per capirsi, si immola per salvare un bambino, ed è proprio al coraggio, alla creatività e alla purezza dei bambini che nel libro di Lewis viene affidata la possibilità di riscatto dalla tirannia e dal male. Cosa c’entri, appunto, con una Destra che i bambini fa di tutto perché non studino e si disinteressino alle arti, non è dato sapere.
La stessa trilogia de “Il Signore degli Anelli”, che porta poi molti compagni a crederla intrisa di valori fascisti, solo in Italia viene usurpata da una componente politica: qui addirittura il bene vince sul male grazie a due mezzuomini, gli Hobbit, tutt’altra cosa dai grandi e valorosi cavalieri e guerrieri che pure ci sono, ma che rimangono sullo sfondo. Insomma, il riscatto passa sempre dagli ultimi e dalla loro forza di volontà, il tutto condito dalla lezione che anche gli esseri più puri come gli Elfi o i più valorosi tra gli uomini non sono né perfetti né immuni al male, anzi. Quindi, in ogni caso, l’identificazione che può avere la Destra nostrana è più con un Sauron o un Saruman, che infatti rappresentano tutto ciò che di negativo e di malvagio c’è nel mondo, a partire dalla distruzione dell’ambiente per ragioni politico-militari.
La preghiera, dunque, è presto detta: cari camerata, fatevi pure i vostri raduni anti-storici sulla vostra identità fondata sul nulla, crogiolatevi nella malsana convinzione di essere duri e puri pur essendo iscritti al Pdl, ma tenete giù le mani da Tolkien, Lewis ed Ende e i relativi capolavori.