Vi ricordate? L’avevo battezzato il Porcellum Antimafia. E in effetti porcata fu. O meglio, poteva essere, perché in realtà, dopo tante fanfare e menestrelli del primato della politica, alla fine è nato solo il Comitato di Esperti guidato da Nando Dalla Chiesa. Un Comitato che risponde solo al Sindaco, che taglia fuori il Consiglio comunale e che, nel più totale riserbo, lavora, per la fortuna dei milanesi, a qualcosa di più di qualche proclama contro la mafia a Milano. Infischiandosene, giustamente, delle sterili polemiche da salotti buoni (che tanto buoni non si sono rivelati) della politica (la p minuscola è voluta).
Il motivo per cui volevamo una riedizione della Commissione Smuraglia (in realtà un Comitato di indagine misto tecnici e consiglieri comunali che assumeva lo status di Commissione temporanea speciale) era assai semplice: si assicurava competenza e indipendenza ad un organo centrale, soprattutto in vista di Expo, senza tagliare fuori quei consiglieri comunali antimafiosi che la lotta alla mafia fuori dal consiglio comunale la fanno davvero. Soprattutto, si evitava ai chiacchierati consiglieri dell’attuale minoranza (fino a sei mesi fa al governo della città) di fare ulteriori danni (e di ostacolare i lavori della Commissione).
Anche perché la Commissione Smuraglia è stata l’unica commissione antimafia comunale a funzionare in tutta Italia, unica nel suo genere. Ma si sa, se una cosa funziona, meglio non usarla, sia mai che funzioni troppo bene. Insomma, come nemmeno nella peggiore Palermo degli anni ’80, nella Milano 2011 di Pisapia, in nome del primato della politica (una favoletta storpiata da Machiavelli che da vent’anni a questa parte va molto di moda), ci hanno accusato di tutto (il sottoscritto si è preso sia dello “Sgarbi dei giovani” che del “Gianni Letta di Dalla Chiesa“). E per ottenere cosa? Nemmeno il nome del tanto ben voluto e amato David Gentili su un biglietto da visita come Presidente della Commissione Antimafia.
Sì, perché Gentili, a parte le fesserie sul primato e affini, l’antimafia l’ha fatta per davvero, quindi non appena i giornali si sono accorti tre settimane fa che Vagliati, consigliere Pdl, era considerato dalla Procura come il referente del Clan Lampada (notizia già riportata nel libro di Barbacetto e Milosa a settembre), ha chiesto al diretto interessato di chiarire. Risposta di Masseroli, ciellino capogruppo Pdl in Comune? Ti blocco la formazione della Commissione, se Gentili ne vuole diventare il Presidente.
Ed ecco la classica scena di Paperino che cerca il rastrello in giardino e se lo tira sul muso. Volevano il primato della politica a tutti i costi, si sono ritrovati con il nulla in mano. Peggio, hanno dato in mano ai tanto odiati tecnici (o meglio, all’odiato Nando Dalla Chiesa, reo di aver stroncato Penati e il gruppo dirigente del Pd a mezzo stampa) l’intera gestione dell’antimafia: che dire, sono veramente geniali, al confronto Ghedini e Alfano paiono statisti del calibro di De Gasperi.
In tutto ciò, il Ministro Cancellieri, non potendo negare l’evidenza, ha detto che la Mafia a Milano c’è, ma non esiste la cultura mafiosa. Ohibò, il ministro comincia male, dimostrando di non sapere l’abc dell’antimafia. E dire che le sarebbe bastato leggere Falcone, che al riguardo scriveva: “Per lungo tempo si sono confuse la mafia e la mentalità mafiosa, la mafia come organizzazione illegale e la mafia come semplice modo di essere. Quale errore! Si può benissimo avere una mentalità mafiosa senza essere un criminale.” E a Milano la mentalità mafiosa c’è, eccome. Basta leggere l’articolo sul numero zero dei Siciliani di Orioles dell’ottima Ester Castano, per farsene un’idea compiuta. Senza contare che, vivendoci, non puoi fare a meno di percepire come una città corrotta, alla fine, attiri le organizzazioni di stampo mafioso sul suo territorio come una goccia di sangue in mezzo all’oceano attira gli squali, anche se sono a chilometri di distanza.
E quel che emerge è che a Milano l’area grigia è fatta da persone dai milanesissimi e padani cognomi. Quindi ministro, ci faccia il piacere: si legga Falcone. E questo Natale le consiglio vivamente anche I Siciliani di Orioles. Sia mai che lei, da tecnico, ci squalifichi poi l’intera categoria dei professionisti dell’antimafia…
La Cancellieri cercato di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte: ricordare che la mafia c’è – e del resto come dire di no? – ma non ammettere che la stessa cultura mafiosa fosse presente prima ancora della mafia stessa e dei suoi uomini. Basta guardare certi imprenditori…
Ora più che mai.
ma no al nord la mafia non ce.la detto maroni……………