La città di Catania si trova immersa in un indebitamento complessivo che si aggira intorno al miliardo di euro. L’amministrazione comunale è paralizzata e le casse sono vuote.
Come si è arrivati a questo? Qual è la causa principale? Il clientelismo, certamente, prima di tutto. Ricordiamo che, l’onorevole Umberto Scapagnini ha rivestito la carica di sindaco di Catania per due mandati, durante i quali la città e i cittadini hanno assistito inermi all’impoverimento delle casse comunali. Difatti, alcune strade sono rimaste al buio per mesi poichè il Comune non aveva i soldi per pagare la bolletta della luce. Questo è solo uno dei tanti deficit riscossi da questa amministrazione. Il 12 Febbraio 2008 Scapagnini si dimette dalla carica di sindaco, lasciando la città in grave crisi finanziaria. Questa partita locale interessa non solo la città di Catania ma tutto il Paese.
Nonostante le casse del comune siano in rosso, Catania non rinuncia e non rinuncerà mai alla festa in onore di Sant’Agata, patrona della città. Questa festa coinvolge, tutti gli anni nei primi giorni di Febbraio, circa un milione di persone fra devoti, pellegrini, turisti e curiosi provenienti da tutto il mondo. Il sindaco mette sul piatto circa 550 mila euro per sostenere i costi della festa.
Cosa puzza ai margini di questa festa?
In questi giorni, per le strade del centro storico sfilano 12 “candelore” che pesano ciascuna 800 kg circa e vengono portate a spalla da 6 a 8 persone. Le candelore rappresentano le corporazioni delle arti e dei mestieri della città. Tra queste corporazioni nascono sfide, scommesse con una prova di forza su chi riesce a sostenere più a lungo la candelora. Ogni anno, a causa di queste sfide, oltre al notevole giro di soldi illeciti, si innescano risse agli occhi di tutti. E’ chiaro che tutto ciò non fa parte di quella che dovrebbe essere una festa religiosa o etichettata come tale. Non basta, a tutto ciò si aggiunge qualcos’altro di marcio. I devoti comprano candele per donarle al fercolo che trasporta le reliquie della Santa. La cera di queste candele viene riciclata e portata presso gli stabilimenti della Italcementi dove, verrà pesata e rivenduta senza fattura alle cererie della zona.
Abbiamo capito che il comune ci mette i soldi, chi lucra a spese della festa e dei cittadini, ma chi gestisce il tutto? O per lo meno, chi gestisce realmente?
Ufficialmente è il Circolo di Sant’Agata che si occupa di gestire la festa, ma nella lista dei soci del circolo troviamo esponenti di clan mafiosi locali e principali mandanti delle stragi degli anni ’90. I magistrati sospettano che Cosa Nostra realizzi dei profitti illeciti con la gestione della festa. Nel 2004, in occasione dell’uscita dal carcere di un capomafia, fermarono a lungo la processione e le reliquie proprio davanti l’abitazione del boss ed esplosero fuochi d’artificio in segno di festa. Gestire la festa permette alla famiglia mafiosa di accrescere il proprio prestigio e affermarsi sempre più come centro di potere.
Da sottolineare che, la criminalità non è nuova all’interno delle festività agatine. Essa era già presente in tempi antichi (XVI secolo o forse prima); Vi era l’abitudine, da parte di molte persone, di andare in giro con una maschera per non farsi riconoscere, approfittando della coincidenza del Carnevale in quei giorni per mettere in atto azioni violente.
Fortunatamente, l’associazione “Addiopizzo Catania” da un paio di anni combatte questo sistema, impegnandosi, soprattutto nei giorni di festa, a ricordare attraverso slogan e volantini sparsi per la città che Sant’Agata non vuole né pizzo né delinquenza.
Non basta esser devoti per 3 giorni e delinquenti i restanti 362.
Ho appena letto l’articolo, mi fa piacere rilevare quanto tu possa essere impegnato e motivato nella lotta contro la mafia, questa cosa ti fa onore…sarò ben contenta di leggere gli altri articoli…nel frattempo tu continua a studiare, perchè solo la cultura può darti le armi che ti renderanno libero nel senso più completo del termine e sempre questa, ti conferirà i mezzi per continuare la tua missione di predicatore.
Angela Rinaldi
Ottimo articolo, complimenti! Anch’io mi batto, nel mio piccolo, a denunciare il marco che v’è all’interno di una festa bella, unica e particolare come quella di Sant’Agata… tuttò ciò, però, non ha fatto altro che portare rabbia e minacce da chi, come loro, si definiscono “devoti” :/
brano scritto a riguardo due anni fa – http://www.youtube.com/watch?v=jmXd4D0N1gE
altri post http://amegghiuparola.wordpress.com/2012/02/04/abusivi-per-s-agata/