Oltre 64.000 detenuti nelle carceri italiane, il numero di suicidi (565 suicidi in 9 anni) tremendamente alto, personale spesso insufficiente, alcune carceri italiane che non riescono ad essere altro che meri istituti di detenzione, sembra evidente quanto lo stato italiano sia ben lontano da raggiungere quanto riguardo alla pena sia stabilito dall’articolo 27 comma 3 della costituzione; questo è il contesto in cui si inserisce il decreto del governo nominato svuota carceri dai suoi oppositori ma che il guardasigilli Paola Severino ha dichiarato che sarebbe più opportuno ribattezzare salva carceri.
Quella sopra descritta è chiaramente una situazione di emergenza in cui, per ragioni innanzitutto di umanità ma anche di efficienza dello stato nel suo compito di repressione del crimine, era necessario intervenire, nonostante ciò il provvedimento in questione è stato fortemente osteggiato dai due partiti di opposizione: lega e l’IDV; In questo caso si può, a mio avviso, parlare senza dubbio di populismo e demagogia, questi due partiti peccano di una volontà di rendere la giustizia in modo sommario e punitivo, infatti dichiarano dichiarando che tale provvedimento servirà solo a mandare criminali fuori dalle carceri, in realtà questo è solo in parte vero, in quanto la frase, pur non sbagliata del tutto come affermazione, è volta a far pensare al cittadino medio che questo provvedimento sia simile all’indulto di cinque anni fa che mise in libertà numerosi carcerati con scarsi risultati (la situazione è a così breve tempo peggiore di allora) al fine di farlo prendere in odio da questo; il decreto non è assolutamente così (anzi il governo non avrebbe nemmeno i numeri per svolgere una procedura aggravata come quella dell’indulto). Il provvedimento prevede solamente che gli ultimi 18 mesi di pena, salvo casi particolari (recidività, possibilità di fuga, criminali pericolosi o professionali, persone sottoposte a regime di sorveglianza speciale) possano essere scontati ai domiciliari, inoltre provvede far sì che per coloro i quali vengono colti in flagranza il rito avvenga nelle seguenti 48 ore impedendone tra l’altro la reclusione in carcere prima della convalida del giudice, nessun provvedimento così scandaloso che rimetta criminali in libertà anzi tempo dunque.
Volendo trarre qualche conclusione penso che il decreto sia stata una misura tampone elaborata per intervenire immediatamente su un’emergenza concreta (peraltro è lo stesso ministro Severino a definirla tale e ad annunciare che ci saranno altri provvedimenti, quindi è stupido usare questo come argomento per opporsi al provvedimento svuota carceri), inoltre come strada è preferibile, se vi sarà poi l’aggiunta di altri più incisivi provvedimenti in seguito a quella dell’amnistia proposta dai radicali che avrebbe come unico risultato il riproporsi dello stesso problema tra qualche anno così come avvenuto dopo l’indulto del 2006.