di Mirko Mazzali*
Qualcuno mi chiedeva un paio di mesi fa: “ma arresteranno qualcuno per le manifestazioni no tav di Luglio?”. Io risposi: “certamente”, così mi chiesero: “ma dopo tanti mesi?”
La domanda era pertinente: come è possibile e come si giustifica un arresto che avviene dopo mesi dai fatti oggetto del capo di imputazione?
Quali sono le esigenze cautelari che giustificano una misura così grave come la custodia cautelare in carcere, che dovrebbe essere l’extrema ratio?
E’ sin troppo evidente come siamo di fronte a provvedimenti solo apparentemente motivati, ma che, neanche velatamente, hanno il sapore dell’avvertimento: “attenzione a non disturbare il manovratore, perchè finisci in carcere”.
Quindi il pericolo di reiterazione del reato che giustificherebbe l’arresto è la tua pericolosità che deriva da denunce per altre manifestazioni.
Poco importa se queste denunce si sono trasformate in assoluzioni o in processi mai fissati, questo basta. Tu sei pericoloso, perchè sei un manifestante e siccome continui a manifestare ti arresto.
Tutto questo ignorando completamente l’art. 27 della Costituzione, la presunzione di innocenza, il diritto a manifestare il proprio pensiero.
L’Italia è il paese dove magari tu spari ad un immigrato e sei libero , mentre se lanci 4 sassi, sei un detenuto.
Ormai la custodia preventiva è una anticipazione della pena, ha quasi sempre funzione deterrente, anche a fronte dell’impossibilità di celebrare con celerità i processi.
Purtroppo i politici non commettono mai il reato di resistenza a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata, quindi modifiche legislative “ad personam” non ce ne saranno mai.
Imparino quindi i ragazzi che a manifestare, invece che a corrompere giudici, si finisce in carcere, invece che in Parlamento… la cosa non è detto non sia meno dignitosa… anzi.
*Mirko Mazzali è avvocato penalista, attualmente consigliere comunale di SEL a Milano. Difende alcuni dei militanti NO TAV arrestati nelle ultime settimane.