“Non è libero l’uomo che opprime la donna“, diceva Enrico Berlinguer, parafrasando Karl Marx (Non può essere libero un uomo che opprima un altro uomo).
Ecco, oggi, 8 marzo, nella festa della donna (se a qualcuno fosse sfuggito, legga l’articolo di Federico Labriola sulle vere origini) forse è il caso anche di dire che è inutile festeggiare la donna per un giorno e poi dimenticarsene negli altri 364 giorni. Parlo della politica, ovviamente. Delle donne costrette in casa a fare le casalinghe o, peggio, quelle donne che non stanno mai in casa perché sono sole e devono sbarcare il lunario in qualche modo (a volte costrette a lavori maschili, prendendo però di stipendio meno di un uomo, si guardi a tal proposito il documentario del Fatto).
Sono anni che viviamo le ipocrisie delle pari opportunità. Negli ultimi giorni, in particolare, tra mariti gelosi, amanti psicotici e ragazzetti con scompensi ormonali, in televisione sembra di ascoltare un bollettino di guerra: donne ammazzate per la follia dell’uomo. E sai che te ne fai del reato di stalking in questi casi.
Si festeggi pure oggi la giornata internazionale della donna. Ma non chiamiamola festa: troppe donne a questo mondo sono costrette alla subalternità all’uomo. Sarà festa solo quando cesserà la violenza.
Quando ????????????? Cesserà ?????????????????
purtroppo chi fà la legge è sempre un altro uomo che protegge i suoi simili,dando per scontato che lo stupro o l’uccisione di una donna.non è poi tanto grave….si sono dimenticati di chi li ha partoriti con sofferenza
non specifica però….. quando l’uomo opprime una donna
già…!!!!!!!
e la libertà sarà di tutti!!!
mai
quanta strada c’è ancora da percorrere ..