“Non serviam“, non servirò. E Antonio Tabucchi non servì mai. E’ per questo che in Italia era così poco amato dallo stuolo di pseudo-intellettuali sempre pronti a pucciar la penna nell’inchiostro per incensare questo o quel potente. Tabucchi era un grande scrittore perché non serviva nessuno e non rispondeva a nessun altro se non alla sua coscienza e ai suoi ideali. La nipotina Beatrice, ai suoi funerali, lo ha splendidamente riassunto in due parole: “era un uomo onesto“.
Sì, Antonio era onesto, anzitutto con se stesso. Denunciava l’anomalia berlusconiana, ma soprattutto l’inchino culturale della Sinistra post-comunista e post-berlingueriana. Criticava a ruota libera chiunque spacciasse per svolte le indecenti concessioni al berlusconismo e al suo sistema di valori, non importa quale carica istituzionale ricoprisse: da Ciampi a Napolitano, da Fassino a Bersani, non ha risparmiato nessuno.
C’è chi guarda con sospetto o con feroce astio quelli come Tabucchi che decidono di non militare sotto nessun vessillo di partito, ma si rifanno direttamente agli ideali della propria gioventù. In realtà, più che avercela con Tabucchi, costoro ce l’hanno principalmente con la sua alterità, la sua diversità affermata non con le parole, ma con i fatti: non sopportano l’idea che ci possa essere qualcuno che, dando l’esempio, mostri alla gente che il “Serviam” che loro pronunciano ogni volta che salgono sul carro del vincitore o incensano un potente non è un obbligo, ma una scelta. La peggiore scelta, benché sia molto più facile mettersi al servizio che contro il potentato di turno.
Su Twitter, in questi giorni, l’ashtag #Tabucchi si trovava in una miriade di lingue: francese, portoghese, spagnolo, inglese, tedesco. Tutta Europa ha pianto il genio di Antonio. In Italia, a parte il tentativo di vendere qualche copia in più con la pubblicazione di vecchi suoi articoli, i media ne hanno parlato pochissimo. Nei telegiornali nessun accenno ai funerali a Lisbona, con esponenti da tutto il mondo.
Ora Antonio si trova nel cimitero dei Prazeres, in una cappella neogotica dedicata alla «saudoza memoria» degli «escritores portugueses. Le sue ceneri in una piccola urna. Tabucchi ora riposa in pace, nella terra che ha sempre amato.
Gli animatori di Casa Pessoa stanno preparando una maratona di lettura integrale del suo Requiem. “Gli scrittori continuano a vivere finché li leggiamo“, ha detto la direttrice Ines Pedrosa. Uno dei motivi per cui Tabucchi si è ampiamente meritato l’immortalità.