Ultimamente, a seguito dell’exploit nei sondaggi del movimento di Beppe Grillo, si è fatto un gran parlare di antipolitica, intesa come sentimento avverso ai partiti, e non si fa altro che condannare gli atteggiamenti populistici di Grillo, tuttavia il comico genovese non ha il monopolio dell’antipolitica, ci sono anzi molti personaggi che fanno antipolitica in modo molto più fine ed elegante.
Innanzitutto è bene precisare il concetto di antipolitica a cui faccio riferimento, poiché del termine se ne fa un largo uso, spesso fuori posto, creando talvolta confusione: per antipolitica intendo quel pensiero che tende ad accomunare tutti i partiti politici, spesso con ragionamenti molto approssimativi, e ad esaltare tutto ciò che non è partito o almeno che non si dichiara tale.
Da ciò si evince che in realtà Grillo è solo l’esempio più evidente di antipolitica: un po’ perché usa termini scurrili, un po’ per il suo atteggiamento da comico, tuttavia esiste anche un antipolitica benpensante; basta leggere le colonne di alcuni editorialista del corriere della sera o ascoltare analisti come Mieli o De Bortoli per rendersene conto; questa antipolitica fine ultimamente fa riferimento ai tecnici come opposti ai politici e come coloro che devono riparare ai danni della politica, lo stesso Monti ha cavalcato queste idee facendo anche lui dichiarazioni antipolitiche (ricordate quando disse “io ho il consenso, i partiti no”?).
Frutto di questo tipo di antipolitica è anche quell’atteggiamento terzista di taluna informazione che si spaccia da imparzialità, essendo in realtà ben diverso da questa; infatti nell’ottica terzista invece che dire le cose come effettivamente stanno si finisce sempre per dire una cosa contro gli uni ed una contro gli altri o a cercare sempre e comunque di accomunare le situazioni di tutti, spesso forzando situazioni e ragionamenti, cosi da poter alla fine sembrare equidistanti anche a costo di aver detto solo chiacchiere da bar e fatto ragionamenti superficiali.
Dunque quando si parla di antipolitica bisogna avere in mente che non necessariamente questa è urlata e strillata, ma non per questo è meno pericolosa.