Grillo, Cosa Nostra non “si limita a prendere il pizzo”

Leggo che Beppe Grillo, nella sua conferenza stampa a Palermo, ha dichiarato:

“La mafia non ha mai strangolato le proprie vittime, i propri clienti, si limita a prendere il pizzo. Ma qua vediamo un’altra mafia che strangola la propria vittima”.

Sicuramente arriveranno (si spera) smentite e dichiarazioni alla “sono stato frainteso“, ma Grillo è decisamente troppo furbo (e comunque noi non siamo scemi) per fare una gaffe del genere: serve a cavalcare l’onda della protesta in una terra senza lavoro, con una classe dirigente ripiegata su se stessa e dove le assunzioni per via diretta nella PA superano il 90%.

Il punto è che parole del genere offendono la memoria di tutte le vittime di mafia che, se Grillo avesse ragione, allora non esisterebbero. E alla vigilia del trentennale della morte di Pio La Torre gridano vendetta.

Cosa Nostra, la Camorra e la ‘ndrangheta non si limitano a chiedere il pizzo: 100-135 miliardi di euro di fatturato non si fanno con il pizzo, che è semplicemente la forma con cui si mantiene il controllo del territorio; ci sono le estorsioni, il traffico di cocaina, gli appalti pubblici (o meglio, i sub-appalti) etc. E poi, soprattutto, ci sono gli omicidi di quelli che ostacolano gli affari che i mafiosi fanno con i politici corrotti e collusi.

Ma il problema di per sé, nella lotta alla mafia, non sono tanto i corrotti e i collusi, ma i cretini e i contenti. I cretini, bontà loro, già Falcone spiegava come fossero il vero cavallo di Troia della Mafia all’interno della società civile e delle istituzioni. È il famoso apologo di Frank Coppola, riportato in Cose di Cosa Nostra:

uno dei miei colleghi romani nel 1980 va a trovare Frank Coppola, appena arrestato, e lo provoca: “Signor Coppola, che cosa è la mafia?”. Il vecchio, che non è nato ieri, ci pensa su e poi ribatte: “Signor giudice, tre magistrati vorrebbero oggi diventare procuratore della Repubblica. Uno è intelligentissimo, il secondo gode dell’appoggio dei partiti di governo, il terzo è un cretino, ma proprio lui otterrà il posto. Questa è la mafia…

Come ricorda spesso Nando Dalla Chiesa:

Il bisogno e la disponibilità di cretini. Qui sta la chiave di tutto, prima ancora che nelle complicità intenzionali o nelle affinità morali. Perché, a differenza del giudice intelligentissimo e di quello sostenuto dai partiti di governo, il cretino farà spontaneamente, spesso in buona fede, ciò di cui la mafia ha bisogno. Di più: lo farà gratis. E se ci sarà da omettere, ometterà. Più in generale: se ci sarà da capire, lui non capirà. Anzi, porterà a sostegno delle azioni o delle omissioni desiderate dai clan nuove e insospettabili argomentazioni. Talora con entusiasmo da neofita. Userà parole che i clan, o gli ambienti ad essi vicini, non avrebbero saputo inventare o rendere credibili.

Ecco, Grillo, in questo caso, si è dimostrato un perfetto cretino. Perché con il cretino al posto giusto, la mafia non dovrà fare nulla, se non guidarlo ogni tanto da lontano, indirizzarlo sulla strada che vuole che intraprenda. Non dovrà commettere reati corruttivi o intimidatori, né attivare la propria rete di relazioni personali.

E l’essere cretini in questo caso non implica un basso livello intellettuale o professionale, anzi, a volte il cretino è un grande intellettuale, un grande magistrato, un grande politico, un grande comico, come in questo caso. Il cretino viene inteso come “idiota”, ovvero “inetto a partecipare alla vita pubblica”, nella fattispecie in un tessuto sociale dominato da una presenza mafiosa.

Il timore per gli eccessi di intelligenza e di protagonismo, l’amore smodato per le fedeltà personali, nelle aziende come nelle PA, l’allergia dei leader a circondarsi di personalità di rilievo e prestigio, il culto della mediocrità. Tutti fattori che contribuiscono a trasformare chi la mafia la combatte nel suo miglior alleato.

E qui veniamo ai Contenti di tutto questo: quelli a cui la presenza di corrotti, collusi e cretini porta notevoli vantaggi sul piano economico e politico. Quelli che, abituati a nutrirsi delle verità di partito (forse più di corrente) non reagiscono e si limitano semplicemente a fare il tifo. Di più: come un tifoso del calcio difendono a spada tratta il proprio corrotto, il proprio colluso o il proprio cretino come nemmeno farebbero i diretti interessati. La nuova frontiera dei trinariciuti di partito: i Contenti del culto della mediocrità.

In questo senso Beppe Grillo, che da una parte schiera giovani “preparatissimi”, dall’altra si nutre del sostegno elettorale dei Contenti, che sono l’esercito della reazione e dell’immobilismo. Non è l’unico, per carità, i voti dei Contenti fanno comodo a tutti i partiti. La vera rivoluzione sta nel rifiutarli pubblicamente i loro voti.

P.S. Per questo articolo abbiamo ricevuto decine di insulti. Anche quello di essere finanziati dal gruppo La Repubblica-L’Espresso. Qui la risposta, con una domanda a Grillo, che è l’unico qua a prendere soldi dalle multinazionali (Amazon). http://www.enricoberlinguer.it/qualcosadisinistra/2012/04/30/noi-non-prendiamo-soldi-dalle-multinazionali/

Di solito, avendo la fortuna di aver avuto a che fare con persone altamente degne del Movimento 5 Stelle, tengo a distinguere tra loro e i grillini (ovvero i meri fan di Grillo). Se ancora una volta si difenderà acriticamente Grillo, quella distinzione cadrà. Perché su certe cose nemmeno la migliore battuta fa ridere. Non si scherza sul sangue degli eroi.