Assumersi la responsabilità politica di qualcosa significa, nelle democrazie occidentali, pagarne anche le conseguenze, qualora quel qualcosa vada storto. In parole povere: ci si dimette.
Pier Ferdinando Casini alle politiche del 2008 candidò Totò Cuffaro capolista in Sicilia per il suo partito al Senato. Quella candidatura è ciò che oggi permette a Casini e al suo partito di avere un esigua rappresentanza al Senato (3 senatori in tutto).
Totò Cuffaro oggi è in carcere a Rebibbia, che sconta la sua condanna a 7 anni per favoreggiamento alla mafia. Quando è stato candidato era già stata emessa la prima condanna di primo grado. Casini, negli studi di annozero, confermò che si sarebbe assunto la responsabilità politica di quella candidatura.
Benché Cuffaro sia in carcere da oltre un anno, Casini rimane leader dell’UDC, anzi, detta l’agenda politica del governo Monti. Di più, in un comizio a Palermo il leader dell’UDC ha dichiarato: “Io vado a trovare Cuffaro in carcere regolarmente è non me ne vergogno. È un mio dovere morale.“
Posto che uno in carcere va a trovare chi vuole, qua l’unico dovere morale che gli imporrebbe la decenza, egregio onorevole, già Presidente della Camera, è il seguente: dimettersi e ritirarsi a vita privata.
Lei non lo farà, ma ci permetta quanto meno di non prenderla mai più sul serio quando parla di risanamento morale e ideale del nostro Paese (sempre che ci sia qualcuno che sul serio l’abbia mai presa). Di più: non vada in giro a dare lezioni di morale a nessuno. E’ di cattivo gusto e offende tutto gli italiani onesti e perbene da cui pretende di ottenere il voto.