Per fare buona politica non c’è bisogno di grandi uomini, ma basta che ci siano persone oneste, che sappiano fare modestamente il loro mestiere. Sono necessarie: la buona fede, la serietà e l’impegno morale. In politica, la sincerità e la coerenza, che a prima vista possono sembrare ingenuità, finiscono alla lunga con l’essere un buon affare.
Piero Calamandrei pronunciava queste parole oramai oltre 60 anni fa, quando non erano ancora stati eretti muri, la corruzione non dilagava, l’impunità non imperava e, soprattutto, il mondo sembrava potesse finalmente liberarsi dell’odio.
Non fu così, soprattutto in Italia. In Italia la democrazia nata sulle macerie del fascismo fu sempre un gioco limitato a quelli che prendevano ordini da fuori. Gli uomini giusti, perbene, le persone oneste, sono sempre state sconfitte, molti hanno pagato la propria coerenza e sincerità con la morte.
Ecco, quindi, in un momento drammatico come questo io penso che se vogliamo tornare a ragionare sul lungo periodo non possiamo far altro che prendere ad esempio uomini come Enrico Berlinguer, Sandro Pertini, Pio La Torre e tutti quelli che hanno lottato e sono morti per un ideale di società più giusta.
E non possiamo aspettare che arrivi l’ennesimo Uomo della Provvidenza: dobbiamo essere noi giovani ad impegnarci, ad investire su coerenza e sincerità. Nel breve periodo, l’ho sperimentato di persona, non pagano: sul lungo, però, pagano eccome. Se non altro perché puoi guardarti da solo allo specchio e non farti schifo da solo. Di più, perché so che quando vedrò in faccia i miei figli e i figli dei miei figli (se mai li vedrò), lo potrò fare con la serenità di chi non si è mai venduto per una poltrona, per uno strapuntino di potere in qualche amministrazione, per un po’ di successo passeggero, buono giusto per auto-commiserare se stessi quando si estingue.
Molti giovani intendono la politica come una sorta di ascensore sociale capace di risollevare le proprie sorti, permettendogli di vivere di rendita. Io l’impegno politico (e morale) lo intendo in maniera completamente opposta: la politica dovrebbe essere lo strumento con cui risollevare le sorti degli ultimi, degli svantaggiati, dei non privilegiati.
Diceva Enrico Berlinguer che
La prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appannaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, che hanno l’interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia.
Il nostro futuro non ce lo regalerà nessuno. Dobbiamo pretenderlo e lottare per esso. Senza necessariamente pensare d’essere grandi uomini, ma solamente essendo persone oneste e facendo il proprio mestiere. Basterebbe questo. E non ci sarebbe più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e l’ingiustizia com’è quello in cui viviamo.
un “qualunquista antipolitico” della prima ora…!
Ma le cose necessarie son proprio quelle che difettano, ultimamente….