Ho scoperto solo pochi giorni fa, nonostante studi a Padova da ormai due anni, dove si trovi Piazza della Frutta. E’ una piazza mercantile vicina al centro città, dominata da un lato da Palazzo della Ragione e circondata lungo tutto il suo perimetro da una serie di volti antichi, sotto i quali si trovano negozi di tutti i tipi, dalle grandi catene di abbigliamento fino agli alimentari e alle pescherie, mentre al centro si tiene il mercato, con decine e decine di banchetti.
E’ bella, Piazza della Frutta, un luogo che ti riporta indietro di cinquant’anni.
Ma, quando mi ci sono recato io, l’11 giugno, non volevo tornare indietro di cinquant’anni, bensì di ventotto. E l’atmosfera di semplicità e solarità che si respira sotto quei volti poco si addice all’immagine di quella piazza che tutti noi ci portiamo dentro: un’immagine di morte, di tristezza; la sensazione che qualcosa, lì, è finito per sempre.
In Piazza della Frutta, il 7 giugno 1984, Enrico Berlinguer tenne il suo ultimo comizio, quello durante cui fu colpito dall’ictus che, quattro giorni più tardi, se lo sarebbe portato via a soli 62 anni, lasciando un vuoto mai più riempito nella sinistra e in tutta la politica italiana.
Nel giorno della sua morte, volevo ricordare Enrico a modo mio, senza grandi manifestazioni, senza fiori o pompose dichiarazioni del qualsivoglia populista di turno, soltanto andando nel luogo in cui il suo sogno (e il nostro) è finito.
Così, tra una lezione e l’altra, ho fatto quasi di corsa il chilometro che separa la facoltà di scienze politiche da Piazza della Frutta. Avevo fretta, volevo arrivare e guardarmi attorno, rivivere le emozioni, la sofferenza, lo sgomento di quel tragico giorno, o quantomeno un segno che lo testimoniasse, che dicesse “Qui Enrico Berlinguer disse addio, troppo presto, alla sua gente”.
Ho girato la piazza da un capo all’altro per quasi mezz’ora senza trovare nulla, nemmeno la minima traccia del passaggio di Berlinguer.
Poi, alzando lo sguardo fino alle finestre del secondo piano in corrispondenza del civico 20, ho visto una piccola targa, incorniciata da una corona di fiori rossi, in cui si intravedevano a malapena un profilo e qualche parola. Ho inforcato gli occhiali ma anche così non sono riuscito a cogliere più di un “parlando” e di un “Berlinguer”.
Solo in seguito, cercando su internet, ho scoperto il testo completo della targa:
IL 7 GIUGNO
1984,
PARLANDO
IN QUESTA
PIAZZA
FU COLTO
DA FATALE
MALORE
ENRICO
BERLINGUER.
IL SUO IMPEGNO
DI PACE
E DI PROGRESSO
VIVE NEI
DEMOCRATICI
PADOVANI.
Me ne sono andato da Piazza della Frutta un po’ deluso, sovrappensiero (tanto da dimenticare pure l’ombrello, diamine!), perso nella malinconia di un passato che non ho nemmeno vissuto.
Nelle orecchie, nella mia testa, risuonavano come un boato quelle ultime parole:
Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda.