Altri guai per la Giunta Pisapia. Dopo la scoperta di un buco di bilancio da oltre 1 miliardo di euro, aggravato dalle ultime svendite targate Tabacci di beni pubblici e quote azionarie (con tanto di inchiesta della magistratura in corso), e le celebrazioni del primo anniversario da Sindaco con nemmeno 200 persone in piazza (rispetto alle 100mila dell’anno scorso, tanto che si parla di rimpasto di giunta), oggi si ritrova con una nuova spina nel fianco: i musicisti di strada.
Matteo Terzi, in arte Soltanto, a capo del collettivo dei musicisti di strada, annuncia con una lettera a Repubblica l’intenzione sua e dei suoi colleghi di abbandonare la città nel weekend per protesta: il tanto sbandierato nuovo regolamento (a cura dei consiglieri Gibillini e Barberis) viene rimandato di mese in mese.
Nella citatissima Londra (da parte della Giunta Pisapia) artisti e musicisti di strada hanno un tesserino di riconoscimento, con il quale addirittura possono vendere la propria musica e hanno centinaia di luoghi, da Portobello Road fino ai parchi, per suonare.
Nella Milano arancione, rispetto a quella di Letizia Moratti, in un anno non solo le cose per i musicisti di strada non sono migliorate, ma addirittura sono peggiorate: le postazioni da quattro sono passate a tre, mentre per via dell’annuncio del nuovo regolamento si è passati da 3 musicisti attivi a oltre 50.
Una situazione insostenibile. Questo weekend, addirittura, i vigili assegneranno una postazione sola, perché le altre due sono occupate da Moda Uomo. E la cultura e la musica? Tutto fumo e niente arrosto, a ben vedere.
P.S. di seguito la lettera di Matteo.
Cara giunta,
mi chiamo Matteo Terzi e sono ORGOGLIOSAMENTE un musicista di strada.
Parlo a nome mio e a quello del costituente gruppo “Musicisti di strada di Milano”.
Ho iniziato questa avventura oltre due anni fa in Europa, tra Francia e Spagna, e da poco più di un anno sono tornato a Milano, mia città natale, in pianta stabile, convinto per l’appunto di poter praticare questa forma d’arte anche nella mia città.
Quando ho iniziato a suonare qui (febbraio 2011) il mio sindaco era, purtroppo, Letizia Moratti.
Dico purtroppo perché, trattandosi del mio campo d’interesse, posso dire con certezza che l’attenzione per le arti di strada rasentava lo zero.
Tanto è vero che in una metropoli cosi’ grande le uniche postazioni in cui era possibile suonare con un piccolo amplificatore erano solamente 4: Piazza San Babila, Cadorna, Cairoli e Cordusio.
Poi è arrivata la tanto attesa (anche da me!) rivoluzione arancione…
Ma, a malincuore, devo dire che in un anno di governo siete riusciti a fare anche peggio.
Già, perché, da un lato, pochi mesi fa, siete stati protagonisti di una campagna mediatica che vi ha visto grandi sostenitori della musica di strada, ma dall’altro non avete ancora (dopo oltre un anno di promesse non mantenute!!!) migliorato minimamente il regolamento cosi’ restrittivo della giunta precedente (anzi, una postazione, Largo Cairoli, è stata addirittura soppressa!!!).
Non solo: la campagna mediatica di cui sopra ha portato all’unico risultato che da tre musicisti quali eravamo prima siamo diventati circa cinquanta (il che, intendiamoci, è un segnale molto positivo), ma d’altro canto non avendo la giunta apportato ancora alcuna miglioria al regolamento, ci ritroviamo oggi a non poter lavorare con dignità…
50 musicisti e 3 postazioni disponibili, i conti sono presto fatti…
In tutto questo ci tengo a ribadire un concetto che forse non vi è chiaro: fino a prova contraria noi musicisti offriamo un servizio culturale di qualità gratuito per questa città.
E a questo riguardo non siamo qui a chiedere soldi o finanziamenti di alcun tipo, ma semplicemente rispetto.
Rispetto non solo per noi e per la nostra musica, ma anche per le centinaia di cittadini milanesi che ogni settimana seguono i nostri concerti in strada (la mia pagina Facebook ad esempio conta oltre 2.500 sostenitori, la maggior parte cittadini milanesi).
Dopo mesi di silenzio per la fiducia in voi da sempre riposta, però, questo week end è stato toccato il fondo.
Infatti, per garantire lo svolgimento della manifestazione “Milano Moda Uomo”, sabato 25 e domenica 26 giugno le postazioni di Piazza Cordusio sono state soppresse, con il risultato che noi musicisti ci ritroviamo senza spazi dove suonare…
E attenzione bene, la cosa incredibile non è che queste postazioni siano state soppresse (chi siamo poi noi per impedire un evento del genere), ma che non abbiate pensato di proporci altre postazioni sostitutive, almeno per questo week end.
Cosi’ facendo, oltre alla dignità, ci avete tolto anche il lavoro (già, perché per alcuni di noi, me incluso, fare musica in strada è anche l’unico lavoro che abbiamo).
Ecco perché questo week end saremo costretti a suonare altrove. Chi a Lecco, chi a Como, chi a Torino, città che, almeno per il momento, si dimostrano disponibili e solidali con la nostra categoria.Chiudo con una richiesta molto semplice.
Per favore, siate sinceri. Se non ci volete, ditecelo chiaramente. Se invece ci volete, trattateci con rispetto.E se pensate che a Milano le richieste di esibizioni in strada siano troppe, istituite una commissione che valuti le performance artistiche di ognuno di noi (come esiste a Londra, Parigi, Barcellona, ecc.). Nessuno si tirerà indietro, anzi, saremo ben felici di metterci in gioco.
Perché meritocrazia non può significare che chi prima si presenta allo sportello dei permessi meglio alloggia (come invece succede oggi).
Almeno non nella città che ci ha promesso, ormai oltre un anno fa, quella “rivoluzione culturale che libererà l’Italia”.Grazie per l’attenzione.
Matteo Terzi per il collettivo dei musicisti di strada di Milano”.
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