Goddamn particle: se volete chiamarla in maniera diversa da bosone di Higgs almeno usate la versione non censurata. Con Dio il modello standard non c’entra proprio nulla e lo stesso Higgs, ateo ottantatreenne che per primo esplicitò l’esistenza del nuovo bosone, verrebbe a prendervi tutti per le orecchie a sentirvi mescolare fisica e divinità.
Di scienziati credenti ce ne sono molti, per carità, a partire dal nostro Rubbia, ma la fede è un fatto personale, una credenza appunto, che con le leggi della fisica non ha nulla da spartire. E per favore smettiamola anche col citare Einstein come un grande credente, addirittura con una sua personalissima e intelligentissima idea di Dio, lui stesso si era rotto le scatole di questa nomea
Era ovviamente una menzogna quella che hai letto sulle mie convinzioni religiose, una menzogna che si ripete sistematicamente. Io non credo in un Dio personale, non l’ho mai negato e anzi l’ho espresso chiaramente. Se c’è qualcosa in me che può essere definito religioso, quella è la sconfinata ammirazione per la struttura del mondo così come la scienza può rivelarcela.
Non è invece un atto di fede il fatto che il bosone che conferisce una massa a tutte le particelle dell’universo (e quindi anche a noi) varrà quasi certamente il nobel a Higgs. Ma al di fuori del contesto scientifico è difficile capirne la portata. A questo proposito voglio citare un fatto poco noto: quanti tra noi, anche scienziati, conoscono approfonditamente la meccanica quantistica? Pochi e alcuni anche maluccio. Chissà se qualcuno, però, ricorda cosa si faceva qualche decennio fa quando si rompeva l’unica radio di casa… si caricava una borsa con una dozzina di valvole (tubi a vuoto), si andava in negozio, si testavano una a una e si cambiava quella rotta. Oggi non si usano più le valvole, ma i transistor, non i nastri ma i CD e i DVD (laser), non più calcolatori da 30 tonnellate, ma personal computer da meno di 3 Kg: tutto questo è fisica dei quanti.
In un modo o nell’altro la prova dell’esistenza del bosone di Higgs cambierà anche le nostre vite, o forse quelle dei nostri nipoti, a oggi è una scoperta di primissimo piano, che vale il denaro, il tempo e le professionalità spese per quasi mezzo secolo: solo l’Italia vi ha investito 480 milioni di euro. E ribadisco ai noti e meno noti dubbiosi del profitto, ovvero a tutti coloro che vorrebbero sostituire agli scienziati dei carmelitani scalzi che lavorano esclusivamente per il benessere degli altri esseri umani (i quali però fanno i panettieri o gli imprenditori per percepire uno stipendio a fine mese), che senza soldi non si fa scienza, zero, nada, niet, nein! E quando finiranno i soldi, allora sì che ci si dovrà affidare alle particelle di Dio…