All’indomani della morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino pronunciò queste parole che hanno fatto la storia: “Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe.“
La triste verità, al di là della forza evocativa di queste parole, è che però li hanno uccisi (non solo Falcone e Borsellino: ci sono anche i La Torre, i dalla Chiesa, i Chinnici e via per la lunghissima lista di “uomini soli” uccisi dalla mafia). E la verità è che lo stanno facendo per la seconda volta, negando la verità su quelle stragi. Sulle tante stragi.
La trattativa ci fu, questo ormai è un dato assodato. Ma esattamente come quando si negava l’esistenza della Mafia e si imputava a Falcone di distruggere l’economia siciliana, anche oggi c’è chi sta letteralmente massacrando la Procura di Palermo (e il suo magistrato simbolo, vale a dire Ingroia) per le sue indagini. I motivi sono molti. Probabilmente, così come Buscetta disse a Falcone che “il paese non era pronto” per certe sue rivelazioni, anche la verità sulle stragi di Capaci e Via D’Amelio (e chissà se mai sapremo tutto anche delle altre) rischia di distruggere un intero sistema di potere.
Del perché Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, si sia dato tanto da fare per tutelare un oramai privato cittadino (ex-ministro dell’interno, ex-presidente del Senato, ex-vicepresidente del CSM, nonché ex-senatore demitiano con un ruolo chiave nella devastazione del dopo-sisma in Irpinia), non è dato sapere.
Rimane il fatto che telefonate del presidente Napolitano (intercettato indirettamente mentre chiedeva notizie sul terremoto all’Aquila, preoccupato per le sorti delle vittime) sono agli atti del processo di Perugia alla “cricca” da anni, ma nessuno si è mai lamentato, nessun conflitto d’attribuzioni è stato sollevato. Perché invece tanto scandalo per le intercettazioni indirette di Napolitano sulla trattativa Stato-mafia?
Sarebbe bello scoprirlo. O meglio, lo sappiamo già. Ho taciuto, in questi giorni, di fronte a questo scandalo, che non fa altro che confermarmi parecchie tesi e teorie sull’attuale Presidente della Repubblica e su come sia passato indenne dai GUF (Gruppi Universitari Fascisti) fino alla Presidenza della Repubblica, passando per il più grande partito comunista d’Occidente.
Nel 20° anniversario della morte di Borsellino, però, tacere sarebbe un atto di vigliaccheria inaccettabile, anzitutto per la mia coscienza. E quindi lo dico: Napolitano non mi rappresenta e non mi ha mai rappresentato. E lo colloco tra i peggiori Presidenti della Repubblica di tutti i tempi, assieme a Leone e Cossiga. E ha ragione Rita Borsellino, quando dice che la sua ultima “impresa” (lodata dai potenti), è uno schiaffo a tutti gli Italiani. Onesti e perbene, si intende.
La verità è rivoluzionaria, diceva Pier Paolo Pasolini. Sarà per questo che il Capo dello Stato non vuole che venga a galla? Una cosa è certa: li avete uccisi. E lo state facendo ancora.