Il barbaro sognante Roberto Maroni dalla Sardegna evoca un Referendum Consultivo sull’euro da abbinare alle elezioni politiche del 2013. Idea non originale quella della consultazione popolare sulla moneta unica, già proposta sia da Beppe Grillo che da Daniela Santanchè.
Un progetto utopico visto che l’unico referendum consultivo a livello nazionale è stato possibile metterlo in piedi nell’89 con legge costituzionale, e non con una semplice proposta di legge di iniziativa popolare come il leghista propone. E far arrivare a termine una legge costituzionale entro le prossime elezioni è impossibile sia a livello politico che tecnico.
La contraddizione più affascinante, però, è l’idea stessa di abbinare l’ipotetico referendum alle elezioni politiche. E’corta la memoria degli italiani, non tanto però da dimenticarsi i centinaia di milioni di euro sprecati dal governo precedente per aver impedito l’election day non accorpando i Referendum nazionali alle elezioni amministrative nel 2011.
L’allora Ministro degli Interni Roberto Maroni, con facoltà di proposta delle date, ha addotto come motivazione che era tradizione italiana votare i referendum separati. Ha ragione quindi la base leghista quando dice che stare troppo a Roma fa male e si finisce per diventare italiani, magari anche tradizionalisti. Ora che il leader della Lega è uscito dal governo passando all’opposizione, a quanto pare, è tornato padano.