Parlo da ignorante.
Ci sono dei momenti in cui l’ovvietà della vita viene sconvolta dalla sicurezza con cui vengono fatte passare per normali cose che normali non sono.
Un po’ come le parolacce in televisione: una volta – e fino a non troppo tempo fa – era obbligatorio utilizzare un linguaggio corretto e mai volgare; poi si sa, i tempi cambiano, e nelle fasce orarie più tarde si è liberalizzato l’utilizzo del turpiloquio; poi, un bel giorno, viene il Berlusconi di turno a dire che “chi vota a sinistra è un coglione” oppure il Bossi che ti manda a quel paese mostrandoti il dito medio, e allora tv, radio e giornali, hanno aperto all’uso del “cazzo” anche in prima serata (senza dimenticare l’ilarità che mi provoca ancora oggi l’imbarazzo di un Attilio Romita qualsiasi che si trova costretto a citare ad un TG1 qualsiasi la parolaccia del politico di turno).
L’esagerazione, sarebbe inutile citarlo, la si ha con Beppe Grillo che, in televisione, ha all’attivo più “vaffanculo” che interviste.
Ma nessuno ne ha fatto un dramma. Perchè dopo un po’ la gente si abitua, cresce e impara a vivere la situazione con più normalità.
Come, ad esempio, la progressiva – seppure lenta – “apertura” da parte degli italiani al tema dell’omosessualità: una volta veniva preso con imbarazzo, scherno o repulsione; adesso, per fortuna, mi pare di notare una sempre maggiore tranquillità nell’affrontare questa discussione. Forse perchè la gente inizia a capire che esistono dei diritti della persona che sono inviolabili e che vanno rispettati.
A parte se non sei un fascista che va a pestare il ragazzo mentre si ritira a casa o se sei un vecchio cattolico democristiano represso e che, non trovando la retta via dopo il crollo della Dc, ha deciso di militare nelle file del Partito Democratico, rendendo la vita difficile a quei poveri elettori che cercano di mantenere la propria ideologia di sinistra.
Ed è qui che voglio arrivare. All’identità della sinistra.
Intanto chiarirei una cosa basilare: PD non sta per “Partito Democristiano”.
Più mi guardo intorno e più vedo che i problemi della sinistra italiana sono legati a querelle circa il pensiero di quegli onorevoli e senatori del PD che fanno politica nel rispetto dei precetti impartitigli dalla religione cattolica: e allora l’intolleranza agli omosessuali, alle cellule staminali, alle coppie di fatto, l’eutanasia e altri temi seri che si trasformano in liti imbarazzanti all’interno del partito.
Leggevo ieri dell’arrampicarsi sugli specchi di Fioroni che per evitare la candidatura di Vendola (mi pare scontato che non lo desideri a priori, per incompatibilità di idee e, forse, simpatia) ha ritenuto giusto proporre a Bersani di cambiare le norme delle primarie perchè il leader di Sel ha sostenuto la raccolta di firme di un referendum per cancellare la riforma dell’articolo 18. Così Vendola sarebbe incompatibile con il “primo partito della sinistra” e non potrebbe candidarsi. Fioroni voleva praticamente togliere la democrazia dal Partito Democratico, facendolo diventare “Partito …”.
Oppure Enrico Letta che auspicava (o auspica) una “alleanza con Vendola e Udc in continuità con Monti”. Cose impensabili. Impossibili. Ma esiste una linea di pensiero nella politica italiana?
Il trionfo del finto perbenismo all’italiana, di quelle persone che ti rassicurano e ti sorridono mentre con una mano sulla testa ti mandano giù, torturandoti e affogandoti.
O ancora Rosy Bindi che si batte in prima linea per Pd, per i diritti dei cittadini, che ha sviluppato negli anni un antiberlusconismo senza pari, ma che se le parli di matrimoni gay proprio non ne vuole sapere.
Il Partito Democratico spesso si trova in “guerra civile” perchè è pieno di contraddizioni: è una forza politica con delle idee di sinistra ma soggiogata dalla minaccia dei cosiddetti “moderati”, che non sono altro che cattolici, vecchi democristiani trapassati e Matteo Renzi (famoso imprenditore-politico furbetto e moderato. Del Pdl).
L’italia è un Paese libero e veramente democratico, nel senso che, bene o male, ognuno può fare quello che vuole. Ecco, quindi, perchè tutti questi personaggi non si trasferiscono nei loro territori di vera appartenenza? Esiste L’Udc di Casini, L’Api di Rutelli o qualcosa che sicuramente potrebbe inventarsi uno come Veltroni. Renzi se ne andasse nel Pdl, tanto non lo voterei lo stesso.
Ma perchè proprio il Pd?
Il malcontento degli elettori di centrosinistra è tangibile ed io credo che se non ci fossero, all’interno del partito, tutte queste contraddizioni causate da questi “pochi” personaggi, la percentuale di preferenze sarebbe addirittura più alta.
Andrò contro il pensiero di molti e mi espongo un po’, ma a me Bersani, preso singolarmente, non dispiacerebbe nemmeno. E’ quello che sta intorno a lui che mi preoccupa. Non riesco e non voglio nemmeno immaginare l’ennesimo governo di centrosinistra che cade dopo un annetto per colpa delle lotte interne.
Non posso divorziare da mia moglie perchè lei cattolica ed io ateo: amiamoci lo stesso e vai in Chiesa quando vuoi.
Anche perchè viene meno un principio fondamentale, volutamente nascosto, ignorato e spesso dimenticato: la laicità dello Stato. Se lo Stato fosse una macchina che andasse al di là della religione (come dovrebbe essere), allora il progresso dell’uomo – civile, tecnologico e sociale – sarebbe di gran lunga più garantito.
Auspico un governo di sinistra. E non le parolacce in tv.