Nelle cronache future la fine della Seconda Repubblica sarà dipinta non solo dalla faccia tosta di Formigoni, dai burlesque di Berlusconi, dal governo dei tecnici, dallo scontro generazionale nella Sinistra: ad emergere, come mero fatto di folklore, ci sarà lei, Giovanna Melandri.
L’ex-ministra, famosa per i capodanni da Briatore, occhettiana-veltroniana della prima ora, uno dei più giovani ministri del primo governo D’Alema e via via sempre presente nelle compagini governative del centro-sinistra, è ricordata essenzialmente per questo: ovunque la metti, con la sua bella chioma bionda, arreda. Si adatta al contesto e vivacchia del nulla che produce: per farsi notare deve dare scandalo, altrimenti nessuno si accorgerebbe di lei.
Come quando invitava una platea di giovani precari a non inseguire il posto fisso, proprio lei che saltella da un incarico pubblico all’altro con la non-chalance di un pettirosso in amore; o quando si lamentava della riforma del sistema pensionistico per i parlamentari, protestando che prenderà la pensione a 60 anni e non adesso che ne ha 50.
La domanda sulla bocca di tutti è: quando inizierà la Melandri ad andare alla ricerca di un lavoro che non sia retribuito dai contribuenti? Mistero.
Intanto il suo successore al dicastero della cultura, Ornaghi, l’ha nominata Presidente del MAXXI, il museo del 21° secolo di Roma. Poiché la legge che ne ha portato alla nascita porta il suo nome, la Melandri sarebbe la persona perfetta per guidarlo. Titoli accademici riguardo all’arte moderna e contemporanea? Non pervenuti. La nomina è chiaramente politica e capita a fagiolo durante la rottamazione PD.
Non contenta di essere al centro dell’ennesimo scandalo, la parlamentare del PD, a proposito del suo stipendio, pretende che sia in linea a quello dei suoi colleghi europei, tipo quello della Tate Modern di Londra: uno stipendietto misero di appena 300mila sterline l’anno.
E i sacrifici degli Italiani, i giovani precari che non devono inseguire il posto fisso, gli esodati etc. etc. etc.? Insomma, anche loro, facessero meno gli invidiosi, come ha accusato l’ex-ministra: lei, in fondo, ovunque la metti, con la sua chioma bionda, arreda.