Una volta quando morivano i sovrani se ne annunciava la notizia dalla torre del castello: “Il Re è morto! Viva il Re!“. Il Re lombardo non è morto, è semplicemente stato deposto e gli evviva erano per quello.
Eppure… Formigoni è caduto da quasi un mese, in super-crisi da tre e in crisi grave da un anno, ma il centrosinistra lombardo ce la sta mettendo proprio tutta per regalare la regione ad Albertini (quindi di nuovo a Formigoni) o, peggio, alla Lega di Maroni. Oltre al fatto che qui nessuno parla più di Movimento 5 Stelle (si vocifera Piero Ricca come candidato governatore).
In principio fu Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio, la cui candidatura è spuntata subito dopo le dimissioni del “Celeste”. Doveva sciogliere la riserva nella serata di lunedì 22 ottobre, stavamo nel week end raccogliendo delle firme per un appello a suo favore (tra tanti nomi di spicco), ma ha anticipato tutto alla mattina di domenica 21 ottobre. Motivo? Non c’era tempo per costruire un progetto credibile e non c’erano garanzie sulla trasparenza nelle liste. Per questo lo avevo anche pubblicamente elogiato.
Dunque, non essendoci la disponibilità di quello che sembrava metter d’accordo tutti i partiti del centrosinistra, dal PD alla FdS, si è avviato l’iter delle primarie: hanno cominciato a candidarsi un po’ tutti, poi alcuni si sono ritirati, insomma, già da lì si capiva che sarebbe stato un gran casotto.
Ora il quadro si è ulteriormente complicato: Ambrosoli dopo 3 settimane ci ha ripensato, ma non vuole sottoporsi alla prova delle primarie, vuole un’investitura totale dai vertici. Ma scusate, se non c’era il tempo per un progetto credibile 3 settimane fa, come fa ad esserci oggi? Infatti Ambrosoli non ha spiegato il perché del suo ripensamento, certamente questa sua mossa mi fa rimangiare tutto quello che avevo detto di lui a proposito di serietà e coerenza.
Una volta che sono state fissate le primarie proprio a seguito del suo gran rifiuto, uno non può ripensarci così, dalla sera alla mattina, e pretendere anche che vengano cancellate, accordandosi con i segretari dell’eventuale coalizione. La sua forza di candidato civico viene spazzata via dagli accordi che può aver stretto in queste tre settimane con i piani alti e, di conseguenza, farebbe fuggire tutti i cittadini stanchi di un certo modo di fare politica verso l’astensione o il Movimento 5 Stelle.
In tutto ciò, in campo a difendere le primarie sono rimasti Alessandra Kustermann, ginecologa sostenuta dalla cosiddetta “borghesia illuminata” milanese, e Andrea Di Stefano, economista sostenuto invece dall’area “sinistra” dei Fumagalli, degli Hutter e via discorrendo.
Gli altri candidati, Giulio Cavalli e Pippo Civati, soffrono di qualche schizofrenia politica: il primo ha annunciato la candidatura, salvo ritirarla se si candidava Ambrosoli, ma ora raccoglie lo stesso le firme per se stesso, salvo sostenere Ambrosoli se decide di candidarsi alle primarie (della serie: le provo tutte).
Più serio, si fa per dire, Civati, che dopo aver rinunciato a correre per le primarie nazionali, ha rinunciato anche a correre a quelle lombarde, dichiarando sostegno ad Ambrosoli, ma solo se farà le primarie (se non deciderà di correre, invece, si butterà nella mischia anche lui?)
Insomma, ognuno oramai pesa parole e azioni in base a scenari futuri e possibilità di guadagnare prestigio, potere, poltrona e quant’altro. Mi preme ricordare solo agli inetti che stanno gestendo tutta questa situazione (e la stanno gestendo malissimo), le parole di Enrico Berlinguer a proposito di Questione Morale, sfiducia nei partiti e impegno politico:
Se si toglie all’impegno politico una proiezione e una tensione verso l’avvenire, se lo si riduce ai giochi di potere, a iniziative di corto respiro, a diplomatismi, a polemiche o a trattative e intese tra gli esponenti dei partiti, allora è evidente che si contribuisce ad aggravare una crisi di sfiducia e di disorientamento che ha già dimensioni allarmanti.
Ecco, era il 1981, trentun anni fa. Per una volta tanto, in vita vostra, su Berlinguer, citare di meno e praticare di più. Ci fate più bella figura.
P.S. del giorno dopo: uno non fa in tempo a pensar male e a far peccato, che subito ti smentiscono a metà, lasciandoti con il beneficio del dubbio. Dunque, a quanto pare Piero Ricca è smentito governatore a 5 stelle (non ha preso la tessera al 30 settembre); Giulio Cavalli sosterrà Ambrosoli se farà le primarie (in caso contrario no e va per conto suo); Civati sosterrà Ambrosoli, non si candida in Lombardia, ma si candida alla segreteria nazionale nel 2013 del PD.
Questa, almeno, la notizia del giorno dopo… spero per me stesso (e per il lettore) che non si cambi ancora nel giro di 24 ore, perché finisce che a questo giro troverò qualcosa da fare il giorno del voto, a furia di tutte queste giravolte e piroette.