Mercoledì 14 novembre, mentre la polizia aveva messo in piedi una vera e propria caccia all’uomo, quattro attivisti del Teatro Valle occupato e uno del Cinema Palazzo, tre ragazze e due ragazzi si incamminano per i vicoli dell’antico ghetto ebraico per tornare a casa dopo la manifestazione. “Non avevamo né zaini, né caschi, né niente. Stavamo solo camminando”, come raccontano al Fatto. Ciò nonostante, l’inferno ha inizio in piazza delle Cinque Scole, quando incrociano due uomini che iniziano a seguirli.
Quando uno dei ragazzi accende la telecamera, pensando fossero poliziotti in borghese e per tutelarsi da un eventuale abuso di polizia, uno dei due uomini si gli si scaglia addosso, prendendolo per il collo e immobilizzandolo sul cofano di un’auto parcheggiata. Si avvicinano anche altri uomini che si presentano come poliziotti e, anziché soccorrere il giovane, minacciano i suoi amici.
Il giovane con la telecamera riesce però ad avviare lo stesso la registrazione e il resto lo vedete nel video. Benché alla fine la folla attorno ai ragazzi sia composta da più di una trentina di persone, tutto finisce solo quando una donna anziana in macchina vede la scena e si mette ad urlare.
La domanda è: chi erano? Poliziotti davvero o altro, come immaginano gli inquirenti (membri della Lega di difesa Ebraica, organizzazione di estrema destra, la cui omonima americana nel 2001 è stata inserita nella lista dei gruppi terroristici dall’FBI?). In ogni caso, visto anche quello che succede a Gaza, direi che hanno ben poco da imparare dall’estrema destra gli ebrei, dopo 60 anni di esperienza sul campo.