Dunque, oggi a Roma studenti e lavoratori in piazza, a 10 giorni da quel mercoledì folle in cui l’Europa ha mostrato il suo vero volto, non troppo dissimile da quello di un qualsiasi altro regime dittatoriale degno di questo nome. Abbiamo ancora vivide nella memoria le immagini di Terragona, del ragazzino di 13 anni manganellato volutamente assieme ad un’altra ragazza che protestava per la violenza inaudita.
Il Ministro degli Interni ha avvertito i manifestanti che chi scenderà in piazza con il casco sarà identificato e denunciato (possesso illegale di casco? E se uno in manifestazione ci è venuto in moto?).
Una preghiera al ministro: si identifichino anche i caschi blu, con un bel codice numerico di 4-5 cifre. A tutela dei diritti di tutti, anzitutto delle forze dell’ordine e del loro prestigio, che troppe volte è stato vilipeso per colpa di picchiatori senza alcuna morale e dignità. A tutela della democrazia e della libertà d’espressione nel nostro paese.
P.S. Forse non ve ne rendete ancora conto, benpensanti delle mie ghette: la violenza di un privato (che lancia un sampietrino) non può essere minimamente paragonata a quella dell’istituzione statale che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi (e troppe volte invece la viola, contando sull’abitudine all’impunità di cui questo paese è celebre nel mondo). Lo Stato, diceva Weber, ha il monopolio della violenza legittima: manganellare studenti senza caschi e sampietrini come è accaduto 10 giorni fa di legittimo ha ben poco.