Il 18 dicembre Pubblico avrebbe compiuto 3 mesi. Il giornale diretto da Luca Telese, però, rischia di non “mangiare il panettone“. E la notizia arriva direttamente dai giornalisti della testata, in sciopero oggi e domani contro quella che definiscono “una tempistica inaccettabile“.
Recita infatti il comunicato che “la tenuta economica è grave al punto da palesare già nei prossimi giorni uno scenario di messa in liquidazione della Pubblico edizioni srl. E tutt’ora non abbiamo nessuna certezza né garanzia su cosa verrà dopo. Di sicuro non accettiamo di essere liquidati in modo così brutale.“
Brutta faccenda, ma un epilogo del genere era difficile da non prevedere: se anche una testata storica come Il Manifesto è costretto ad abbandonare il cartaceo e a trasferirsi completamente sull’edizione digitale e online, c’erano poche speranze per il giornale di Telese, che è nato poi sull’onda di una contrapposizione diretta con il colosso Marco Travaglio, di rimanere in piedi a lungo.
Gli avevo dato 6 mesi, non è arrivato nemmeno alla metà. Del resto, se anche un prodotto editoriale come Il Fatto Quotidiano è costretto a smuovere il proprio vice-direttore con accorati appelli all’abbonamento, richiamando i bei tempi della fondazione e invitando quelli come me a riabbonarsi (per inciso, ho smesso di comprarlo da un anno e mezzo), vuol dire che la crisi dell’editoria è proprio nera.
Come giornale Pubblico non era fatto male e fa rabbia sapere che giornali con molte meno copie vendute (ad esempio, Europa, Il Foglio), grazie al finanziamento pubblico, rimarranno in edicola a prender polvere. Per giunta, Pubblico era stato l’unico giornale a dare risalto alla nostra petizione per intitolare una Piazza ad Enrico Berlinguer in 7 città…
Siamo vicini ai giornalisti e collaboratori che finiranno in mezzo alla strada, proprio poco prima di Natale.
Ottima impresa editoriale: ponderata e valutata fin nei minimi dettagli. Ha fatto ciò che doveva fare, adesso si chiude.
Ottima notizia. Un giornale così viscidamente fazioso non merita un futuro migliore.
è il mercato , bellezza
è difficile per un quotidiano oggi sopravvivere senza grossi finanziamenti derivati da certi editori, forse era meglio cercare alleati il maniifesto..e non so se fose stato sufficente, auguri di b<une feste..comunque, a tutti voi.