Quello che segue è l’appello scritto dai ricercatori dell’IDI per denunciare le gravi condizioni in cui versa l’Istituto nonostante l’alto valore scientifico del loro lavoro.
“L’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IDI-IRCCS) di Roma è la più grande struttura ospedaliera dermatologica italiana con una storica reputazione di eccellenza sia a livello nazionale che internazionale. In esso, infatti, l’assistenza ai malati si affianca ad una ricerca biomedica di alto livello mirata a trasferire rapidamente ai malati i risultati ottenuti. Nelle strutture del gruppo IDI Sanità (IDI, Villa Paola e Ospedale San Carlo di Nancy ) si effettuano diagnosi e si prescrivono cure ogni anno per migliaia di pazienti affetti da malattie gravi e invalidanti. I 3 ospedali sono presidio della Regione Lazio per 9 malattie rare, centro di riferimento per il melanoma con la casistica più ampia d’Italia e danno lavoro a circa 1500 operatori.
La ricerca biomedica dell’IDI occupa una posizione di assoluto rilievo nel campo dermatologico. Oggi all’IDI lavorano circa 80 ricercatori di cui 50 strutturati e 30 contrattisti, divisi in 10 laboratori. Negli ultimi 10 anni sono stati pubblicati circa 1000 studi scientifici su riviste internazionali “peer reviewed” che hanno contribuito a compiere significativi progressi nella identificazione delle basi molecolari, della cura e della diagnosi di molte malattie rilevanti (melanoma, linfomi cutanei, malattie autoimmuni della cute come il pemfigo e i pemfigoidi, malattie genetiche della cute, vitiligine, ulcere cutanee, allergie ed orticaria cronica, psoriasi, dermatite atopica e altre). Per lo svolgimento delle loro attività i ricercatori dell’IDI hanno raccolto cospicui finanziamenti da enti pubblici e privati per milioni di euro ogni anno (più di 5 milioni di euro nel 2011), partecipando a bandi altamente competitivi sia nazionali che internazionali, e collaborando attivamente con più di cento centri di assistenza e di ricerca nel mondo. Negli ultimi 5 anni la produttività scientifica dell’IDI è aumentata del 41% (da 90 pubblicazioni internazionali nel 2005 con un impact factor di 429, è passata a 126 pubblicazioni nel 2011 con un impact factor di 575) mentre il costo della ricerca è diminuito del 37% (i ricercatori da circa 150 sono oggi circa 80, con la perdita di elementi eccellenti che in parte hanno potuto ricollocarsi in laboratori esteri).
Una complessa situazione giudiziaria e amministrativa ha causato il pignoramento di tutti i conti bancari della proprietà dell’IDI Sanità e bloccato l’accesso a ingenti fondi già erogati dal Ministero della Salute, dal MIUR e dalla Regione Lazio, determinando enormi difficoltà per lo svolgimento delle attività lavorative e la mancata erogazione del salario relativo alle ultime 3 mensilità. Malgrado queste gravissime difficoltà le attività cliniche e di ricerca non si sono mai fermate e i ricercatori dell’IDI continuano a pubblicare studi di primo piano su riviste scientifiche internazionali.
Questo comunicato intende richiamare l’attenzione di tutti, e degli amministratori regionali e nazionali in particolare, sul valore aggiunto che a tutt’oggi l’IDI rappresenta sia per le sue attività assistenziali che per quelle scientifiche. Esso intende inoltre sottolineare che le difficoltà economiche dell’IDI Sanità in generale, e della ricerca IDI in particolare, non sono dovute a carenze di produttività o incapacità di programmazione scientifica da parte dei ricercatori, né a difficoltà nel reperimento di risorse finanziarie, e neppure a scarsa competitività internazionale come indicato in maniera inequivocabile dai numeri sopra-riportati. La ricerca dell’IDI ha prodotto e continua a produrre significativi risultati nel campo della ricerca biomedica e merita pertanto di essere sostenuta soprattutto nell’attuale ottica di razionalizzazione delle risorse. Il pieno sostegno e mantenimento delle attività di ricerca in un contesto ospedaliero qualificato e specializzato quale quello dell’IDI rappresenta il modo economicamente più valido, e strategicamente più corretto, per garantire il giusto “ritorno” degli investimenti fatti nel passato.
Vogliamo porre con forza alla attenzione di tutti che svalutare questo patrimonio sarebbe un imperdonabile sperpero delle risorse pubbliche investite in questo Istituto, risorse che lo hanno portato a livelli di riconosciuta eccellenza internazionale. Depotenziare l’attività clinica e di ricerca dell’IDI rappresenterebbe un grave danno per la cura e lo studio di severe patologie frequenti nella popolazione ma anche di gravi patologie rare studiate nella vasta casistica clinica afferente all’IDI da tutta Italia.
Per queste ragioni chiediamo con forza ai politici, agli amministratori, ai pazienti e a tutti i cittadini di operare affinché l’IDI mantenga il suo ruolo di riferimento scientifico e assistenziale.“
Firmato : Associazione Area Ricerca IDI-IRCCS
E non riceveranno mai risposta perché i politici non li cagano proprio! Abito vicino al s. Carlo e ho sotto gli occhi il loro dramma. Ci sono lavoratori sposati ed entrambi da mesi non sono pagati. Povera gente!
Continuano a lavorare “gratis” tra l’indifferenza più totale, pagando anche il parcheggio dell’auto….
Spero solo che la classe politica e tutti gli avvoltoi in tonaca che hanno provocato tutto questo abbiano urgente Bisogno di loro
M’ auguro che riescano ad uscire presto da questa drammatica situazione. Condivido, sperando….