Quella che si apre oggi è una settimana fondamentale, per la politica italiana. Mercoledì il Capo dello Stato inizierà le consultazioni per cercare di dare al paese un governo.
Il compito di Napolitano, e in seguito di quello che sarà l’incaricato a formare un esecutivo, risulta estremamente difficoltoso, in particolare a causa del Movimento 5 Stelle, o per meglio dire del suo “megafono” Beppe Grillo, il quale, come sappiamo fin troppo bene, si oppone a prescindere a qualsiasi dialogo con tutte le altre forze politiche presenti in Parlamento.
Lo scopo di tale atteggiamento è abbastanza palese: continuare la campagna elettorale anti-partitocratica nella previsione di nuove imminenti elezioni, presentandosi come la forza politica pura ed illibata che non si sporca le mani con inciuci ed alleanze e non si mescola con la “casta” della vecchia classe politica che è morta, eccetera, eccetera (la tiritera la sappiamo ormai fin troppo bene). Anche il porsi fisicamente sopra gli altri partiti nell’emiciclo parlamentare conferma questa linea intrapresa fin dalla nascita del Movimento e rafforzata a seguito dei risultati usciti dalle urne il 25 febbraio.
Ora, le domande che mi sorgono spontanee (e non credo di essere l’unico) sono in particolare due:
1. Ma interessarsi esclusivamente del proprio consenso elettorale, in un Paese oggettivamente alla deriva e a rischio crollo, è davvero ciò che serve all’Italia o non sarebbe forse meglio compiere un atto di responsabilità?
E soprattutto:
2. Siamo sicuri che, anche dal punto di vista propagandistico, questa sia la scelta più pagante?
Mentre la risposta alla prima domanda è palesemente scontata, la seconda esige un discorso più articolato.
Se c’è un risultato che Grillo e il suo partito hanno effettivamente ottenuto con l’inaspettato (ma poi nemmeno tanto, ad un’attenta analisi) risultato elettorale del mese scorso è stato di spaventare la vecchia classe dirigente, di svegliarla dall’interessato torpore in cui si era rinchiusa e di metterla faccia a faccia con la realtà di un Paese che identifica in essa la fonte di ogni male. Non era forse proprio questo il primo obiettivo del Movimento?
Pensateci un momento, questa settimana il M5S ha un’opportunità più unica che rara: può votare la fiducia ad un governo PD, ma nel contempo continuare a brandire l’arma della retorica “purista” del “noi-e-loro”. Realizzare il suo programma (o almeno una parte di esso), ma allo stesso tempo non “sporcarsi le mani” con misure impopolari. Insomma, governare senza stare al governo.
Votando la fiducia a Bersani (o ad un altro esponente del centrosinistra), potrebbero letteralmente “tenere per le palle” (per dirla con un francesismo alla Grillo) il governo, facendo passare solo i provvedimenti riconosciuti da chi prende le decisioni (sia Grillo, Casaleggio o la totalità degli iscritti via web) come necessari.
E se poi quel morto che parla si accordasse con B. per estromettere il M5S dal governo e fare un ribaltone? Semplice: basterà proporre una mozione di sfiducia e far cadere il governo (il PDL non avrebbe certo tentennamenti nel votarla e far naufragare clamorosamente il PD)!
Una mossa politica di questo tipo, un voto di fiducia del M5S ad un governo PD su tematiche condivise e su provvedimenti divenuti oramai indispensabili, sarebbe forse accolta con scetticismo dagli elettori a 5 stelle, ma permetterebbe, in primo luogo, di uscire da questa snervante situazione di impasse e secondariamente anche di aumentare i consensi nelle prossime tornate elettorali.
Quando, fra qualche mese, si tornerà (e indubbiamente ci si tornerà) alle urne, il Movimento 5 Stelle potrebbe presentarsi in campagna elettorale dicendo, molto semplicemente: “Guardate, siamo entrati in Parlamento e in pochi mesi abbiamo obbligato la Casta a fare tutte quelle leggi e quei cambiamenti che in vent’anni non è riuscita e non ha voluto nemmeno considerare”.
Ma, a quanto pare, la “M” in M5S sta per “Miopia” e negli ultimi giorni ne abbiamo avuto le prove.
L’elezione dei presidenti delle Camere è un chiarissimo segno di discontinuità con il passato: Laura Boldrini è una deputata alla sua prima esperienza parlamentare, non è certo un “dinosauro” politico, avendo 51 anni, e ha un curriculum di tutto rispetto, che l’ha portata a farsi conoscere e stimare in tutt’Europa; Piero Grasso ha qualche anno di più (68), ma anche per lui si tratta della prima legislatura come parlamentare, dato che, come sappiamo, è stato prima Procuratore di Palermo e negli ultimi sette anni Capo della DNA, la Direzione Nazionale Antimafia.
Si dirà: ce l’hanno fatta, hanno ottenuto la nomina di due outsider, due neofiti della politica non legati a doppio nodo al fallimentare passato di questa classe dirigente, a differenza di Franceschini e Finocchiaro, ad esempio, il M5S li avrà senza dubbio votati in massa, o quantomeno non avrà urlato al golpe della solita casta!
E invece, tramite il suo megafono/padre-padrone/depositario del simbolo/demiurgo infallibile, l’ha fatto, definendoli “foglie di fico” del Partito Democratico.
Particolare attenzione merita l’elezione di Grasso alla Presidenza del Senato: alla quarta votazione, si è profilato un ballottaggio tra l’ex magistrato anti-mafia e il presidente uscente Schifani, PDL, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Parrebbe fin troppo scontato, per un partito che si propone di rivoluzionare la politica, votare Grasso contro un indagato per mafia che oltretutto sta in Parlamento da quasi vent’anni, e per dodici senatori “grillini” è stato così, divenendo coi loro voti decisivi per la vittoria dell’ex magistrato.
Proprio contro questi dodici traditori, come li ha definiti, si è scatenata l’ira di Grillo. Secondo le dichiarazioni del primo “reo confesso”, sarebbe stato in particolare il gruppo dei senatori siciliani a votare compatto per Grasso, esercitando una sacrosanta libertà di coscienza.
Ma la libertà di coscienza, a quanto pare, non è contemplata dallo statuto del M5S e sul suo blog il lider maximo se l’è presa con il voto segreto che andrebbe eliminato per favorire la trasparenza (salvo poi, il giorno successivo, tenere una riunione a porte chiuse) e ha minacciato di espellere chi ha “tradito il mandato degli elettori”.
Se queste sono le premesse, dare un governo al Paese sarà assolutamente impossibile. Difficilmente i “pentastelluti” oseranno contraddire nuovamente il loro capo carismatico per votare la fiducia ad un governo di quella casta che combatte senza se e senza ma.
E dire che sarebbe così semplice, per loro, inforcare un paio di occhiali e vedere nitidamente quanto conveniente risulterebbe ora un gesto di responsabilità, sia per il Movimento che per l’Italia.
Ha l’espressione di un pazzo!
LA “DEMOCRAZIA” DEL MOVIMENTO 5 STELLE:
MI FA RICORDARE UNA RIVISTA SATIRICA DEGLI ANNI 40/50…MI SEMBRA FOSSE “IL TRAVASO DELLE IDEE” …IN ESSO, FRA LE TANTE RUBRICHE FISSE DI SATIRA C’ERA “CONTRORDINE COMPAGNI”, CON LA QUALE SI METTEVANO ALLA BERLINA LO STALINISMO.
CREDO SI ADATTEREBBE OTTIMAMENTE AI GRILLINI….
E’ un buffone …che tristezza…con tendenze dittatoriali!!!
è un pazzo
Forse non ha solo l’espressione da pazzo… ;)
…un po’ folle è, rabbioso e folle !
(post caricato su M5S ieri) Le ultime elezioni hanno introdotto elementi di grossa novità. I braccialetti bianchi di “libera”, il “ricordati che devi rispondere” di Amnesty…, la presenza massiccia e significativa di 5stelle hanno determinato una nuova connotazione di buona parte del nuovo Parlamento. Al di là delle rigide definizioni (vecchia politica/nuova politica), mi atterrei all’accezione più vasta del fare politica: nella impossibilità pratica di democrazia diretta immediata, scelta di rappresentanti il più possibile coerenti con l’elettorato e con i suoi interessi. Per trovare soluzioni migliori nella gestione della cosa pubblica; ogni volta migliori di altre, lavorando al meglio. Sia lo scossone costituito dalla nuova invenzione della politica dei 5stelle, sia le altre assunzioni di impegno citate, hanno, almeno in buona parte, contribuito a modificare la composizione del Parlamento. In linea generale credo che definite delle regole ci si debba attenere ad esse. Ma è comunque possibile che anche le regole migliori necessitino sempre ritocchi e miglioramenti. Condivido e capisco la vivacità della discussione. Ma preferisco non dimenticarmi che, sempre, quello che conta soprattutto è il raggiungimento di un obiettivo. In questo caso il non rispetto alla lettera della regola concordata ha comportato un risultato migliore. Le due camere sono presiedute da persone più degne del previsto. Un movimento si mostra realmente vivo se, come mi pare di vedere, ridiscute continuamente. Porta a casa, nell’interesse dell’elettorato che l’ha espresso, pezzetti di risultati ottimi. Occasione in più per ridiscutere al proprio interno le proprie regole di democrazia. Che, in ogni caso, non devono diventare gabbie in cui restare imprigionati. Secondo la metafora del megafono e del portavoce, voglio augurarmi che esso serva per far sentire a far conoscere a una platea sempre più ampia di cittadini/elettori, tematiche, progetti, problemi. Potrebbe risultare pericoloso se, oltre a svolgere questa essenziale e meritoria funzione, finisse per diventare fine a se stesso: capo assoluto di una specie di centralismo democratico il cui “ipse dixit” finisse per sopraffare il buonsenso impedendo di operare le scelte “migliori” (in quanto non peggiori, senza demonizzare i meno peggio: nessuna verità, tranne che nella fede, è la migliore in assoluto; ma lo è soltanto relativamente alla propria distanza e differenza dalle peggiori e più sciagurate; Schifani come forse in parte anche altre candidature, sarebbero state decisamente peggiori). Per il grande interesse che provo, ritengo di suggerire al movimento, pur continuando a dibattere democraticamente, di considerare questa fase in una logica di laboratorio. Siete e potete continuare ad essere un laboratorio in cui sperimentare e inventare modalità di “democrazia” più avanzata, adeguata, funzionale e produttiva. Che sappia comunque evitare il rischio di trovare le scorciatoie del: «lui ha detto…», che rischiano di essere il veleno che corrode dall’interno la democrazia che avete inventato e che state continuando ad inventare.
Mi sembra che si stia verificando la solita storia che il potere da’ alla testa! Pensate cosa dev’essere essere a capo di una moltitudine immensa che risponde ad ogni sterzatina che gli si da’! E’ un potere che da’ alla testa e fa venire un delirio di onnipotenza incredibile ed e’ naturale che da quella posizione non si veda piu’ assolutamente la realta’. Poveri noi!
che faccia!!!se gli gira può fare uno 5stellecidio
nonostante quello che dice sia plausibile e condivisibile, a me spaventa perchè le sue reazioni sono di una bruttalità da folle che non da certamente fiducia……spero che questi giovani si rendano conto e lavorino veramente come ” uno conta uno” !
Meglio non commentare!
io non lo so so è pazzo,certo la faccia da pazzo ce l’ha,ma chi è stato votato,non dovrebbe ascoltare più di tanto nè il pazzo,se è pazzo,nè,tantomeno l’altro,il santone,che profetizza guerre mondiali,il mare che si alza di dodici metri,ma suumersi le responsabilità,sono entrati nel sistema,e questo è,ne stavano fuori,facevano gli anarchici e allora era un altra storia..
Non vorrei vedere più la faccia di Grillo ……..
Per curiosità, oltre alla faccia di Grillo, che ne pensate di cosa c’è scritto nell’articolo? XD
PF
grillo vai a cagare
unire non dividere, trovare punti di contatto non allontanarsi ! sveglia, un altro paese ci aspetta!
unire non dividere, trovare punti di contatto non allontanarsi ! sveglia, un altro paese ci aspetta!
Condivido in pieno il contenuto dell’articolo. Penso però che sia stata sbagliata la foto che lo illustra, molte persone si sono fermate allo scatto di un momento esagitato di Grillo senza esprimersi sulla lucida analisi contenuta nell’articolo. Questa foto può avvallare anche l’idea che Grillo ha dei media italiani (ossia che sono tutti ostili al suo movimento) dipingendolo come un pazzo, invece si deve dargli atto che è riuscito a smuovere la palude della politica italiana. Adesso però deve dimostrare di lavorare per gli italiani e non solo per se stesso ed il proprio ego. Vorrei che leggesse il suddetto articolo ma dubito che possa farlo nell’occhio del ciclone in cui si trova, vorrei che qualcuno vicino a lui glie lo faccia leggere ( Dario Fo – suo figlio Jacopo Fo – Stefano Benni non so, quelle persone autorevoli che sono vicine al movimento 5 stelle).
Saluti
Iil programma di Grllo é di annientare e demolire ogni cosa. Palingenesi totale! Alcune proposte sono condivisibili altre sono assolutamente demagogiche!
Li ho votati e NON LI VOTERO’ MAI PIU’, ho comprato i libri di Grillo E NON LI COMPRERO’ MAI PIU’, ho comprato i DVD di Grillo e NON LI COMPRERO’ MAI PIU’.
sembra un invasato…..ed io dovrei dare il voto ad un pazzo ?????