di Pierpaolo Farina
Nemmeno il quorum a 504 voti ha permesso a Bersani di salvare la faccia, sempre che fosse possibile dopo il suicidio annunciato con la candidatura di Franco Marini, in prima e seconda votazione.
Romano Prodi, infatti, candidato stamattina dall’assemblea dei grandi elettori PD teoricamente all’unanimità, si è perso per strada ben 100 voti, fermandosi a quota 395. SEL assicura di aver votato per il professore, ma i consensi per Stefano Rodotà salgono a quota 213 (ufficialmente poteva contare solo su 163 voti, quelli dei grillini).
Il M5S fa sapere che se domani il centrosinistra voterà per Stefano Rodotà alla presidenza della Repubblica, il governo di cambiamento tanto auspicato da Bersani (ma per ovvie ragioni senza il segretario PD alla guida dell’esecutivo) partirà.
Intanto, segnalo che in 48 ore il nostro appello a Bersani per votare Rodotà è salito a quota 55mila firme. Sul web è la petizione con più alto numero di firme e non siamo nemmeno una grande testata giornalistica, ma un semplice blog. Il che significa che i consensi per Rodotà tra la gente comune sono STRAORDINARI.
Che aspetta dunque Bersani? Vuole continuare a rimanere ostaggio dei suoi franchi tiratori? Oppure votare Rodotà e far partire un governo che cambi la legge elettorale e faccia quella sul conflitto di interessi?
Chissà… spero però siano proprio bufale le notizie che circolano circa una convergenza tra PDL e PD su Massimo D’Alema. Perché se con Marini hanno occupato le sezioni e bruciato le tessere… non oso immaginare cosa faranno con D’Alema…