Quel che è certo è che, in caso di rielezione, il secondo mandato di Giorgio Napolitano non sarà un mandato pieno. Non farà altri sette anni. Probabilmente si dimetterà tra sei mesi o un anno. Cioè, quando Berlusconi si sarà ripreso il Paese, a meno che il Movimento Cinque Stelle non finisca per cannibalizzare il PD e diventi non il primo partito alla Camera, ma la prima coalizione nel Paese.
E lo schema è molto semplice: con la nuova maggioranza bulgara Berlusconi imporrà se stesso al Quirinale, finendo per distruggere la Repubblica italiana nata dalla Resistenza. E a questo grande risultato ci stanno portando quelli che, quasi per scherzo, per qualche tempo si sono definiti gli eredi di Enrico Berlinguer e di Sandro Pertini.
Intanto in Europa e a Wall Street esultano per l’amico Giorgio che si rifà qualche altro mese e dà l’incarico ad Amato e ai suoi 10 saggi. Chapeau al Partito Democratico, che si spaccia pure per una forza di sinistra.
Intanto, Grillo ha chiamato a raccolta tutti i cittadini per bene di fronte a piazza Montecitorio, consacrandosi, nonostante gli errori politici dell’ultimo mese, come l’unica alternativa anti-sistema. E vi dirò: se fossi a Roma, ci andrei anch’io. Perché questo modo di fare politica mi ha disgustato.
Il PD oggi consegnerà nel lungo periodo il Paese a Berlusconi e solamente perché non ha voglia di votare una persona rispettabilissima come Rodotà al Colle. Vergognatevi.