L’ottimismo della volontà

di Pierpaolo Farina

 

Ieri sono stato ad Imola, in Emilia Romagna. Ero stato invitato a parlare di Enrico Berlinguer da tutti gli ex-attivisti SEL imolesi  espulsi dal loro partito perché alle amministrative volevano correre da soli e non in coalizione col PD. Devo dire che il tempismo è stato perfetto, visto che due settimane dopo proprio Vendola andò a rompere col PD sulle larghe intese.

Ma a parte questa nota sulle giravolte vendoliane, insieme a me a parlare di Berlinguer c’era Learco Andalò, 83 anni, storico militante del socialismo e personalità parecchio conosciuta in Emilia-Romagna. Persona squisita, signore di altri tempi, a differenza delle mezze tacche in circolazione che si credono grandi star senza averne né le qualità né le capacità, ha subito voluto che ci dessimo del tu, perché “siamo compagni“.

Ho chiuso il mio intervento con una nota un po’ pessimista, rispetto alla situazione politica attuale: la Sinistra non mi pare ci sia, almeno come realtà storicamente e idealmente fondata, non solo in Italia, ma in tutta Europa. E quella che si dichiara tale non ha dietro di sé un progetto coerente di trasformazione della società.

Sono stato però rimproverato all’inizio del suo intervento da Learco, che non condivideva il mio pessimismo di fondo: lui, ad 83 anni, pensa ancora che si possa fare qualcosa per migliorare e per avere finalmente una sinistra decente da far crescere e da votare. Ed è un suo diritto. E mi ha ricordato che è anche un MIO diritto. E i diritti non te li regala nessuno, vanno conquistati.

Grazie dunque a Learco che ieri ha risvegliato quell’ottimismo della volontà che i fatti degli ultimi mesi avevano sopito, dando un eccessivo spazio al pessimismo della ragione.

E come disse Enrico, prima di morire, lavoriamo tutti “casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando. Perché per quello che rappresentiamo, per quello che siamo stati e siamo, è possibile conquistare nuovi e più larghi consensi alle nostre liste, alla nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro e del progresso della civiltà umana.

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