Perché no?
La questione a questo punto è legittima: chi decide cosa decidere? E se il popolo italiano decidesse che non vuole più decidere? E se facessimo un referendum per decidere come fare i referendum? E se facessimo un referendum per decidere se ci deve essere il quorum o no, come si decide se per quel referendum vale il quorum?
La verità è che sono molto stanca del tutto che vuole decidere per pochi: per 1 milione di omosessuali (cifra per difetto visto che l’ISTAT precisa che si tratta di quelli dichiarati), per una media di 500 mila figli di immigrati nati in Italia (all’anno), per circa 60 mila coppie sterili.
Queste cose non ci riguardano tutti direttamente, riguardano però la tutela di minoranze dalla nostra (ebbene sì) inclinazione alla discriminazione.
Certo, gli italiani di oggi sono un popolo moderno e magari un referendum potrebbe avere esito ben diverso da quello che si aspetta chi lo propone.
Ma non riesco ad averne la certezza. Ho sempre più l’impressione che abbiamo scambiato il diritto ad avere ed esprimere un’opinione col diritto a dire stupidaggini, di solito su tutto. E poiché vogliamo strenuamente e irrazionalmente difendere questa presunta libertà di opinione, finiamo col negare agli altri la libertà di farci notare che forse stiamo sbagliando.
Perché forse alcuni non hanno capito due cose.
Una classe privilegiata non darà mai gratuitamente più diritti a chi è oppresso. Farà loro delle concessioni, il più delle volte col preciso intento di calmare gli animi ed evitare pericolose ribellioni. Le classi dominanti non vogliono diritti, vogliono e mantengono privilegi. Una maggioranza è, nei casi sopracitati, una classe privilegiata, che ha dalla sua la forza del numero. Ma la democrazia non è la dittatura della maggioranza, fatevene una ragione.
Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati, lasciare che gli omosessuali che lo ritengono opportuno si sposino o adottino i figli del compagno/a (perché se pensate che “adozioni gay” voglia dire orde di omosessuali che svaligiano gli orfanotrofi ucraini avete preso una gran cantonata), così come anni fa permettere che le donne abortissero in strutture sanitarie serie e controllate o che le coppie divorziassero, non cambieranno la nostra vita. Non saremo costretti a fare nessuna di queste cose, né succederà l’irreparabile per la collettività.
Perciò su questi temi non c’è proprio nulla da far decidere al popolo italiano.
C’è invece molto da lavorare, soprattutto a Sinistra, perché non si usi il sacrosanto strumento del referendum per giocare a mettere un sì o un no sulla vita degli altri. Magari con un click.