Un lunedì mattina di 4 anni fa Fabio Tozzo, 39 anni, arriva alla stazione della sua città, Palermo, apparentemente tranquillo. Intorno a lui ci sono decine di persone, ma lui punta una coppia di pensionati, Marianna Ruvolo e Antonino Raccuglia. Non sapremo mai perché, ma estrae il martello che tiene alla cintola e si scaglia contro i poveri malcapitati, colpendoli più volte.
Vuoi perché il terrore li paralizza, vuoi perché non possono credere a quello che è successo, nessuno si muove, mentre l’aggressore se la dà a gambe levate. Nessuno, tranne due ragazzi, 18 e 25 anni, che lo placcano, tra gli applausi della folla. Agli agenti che gli chiedono di perché tanta efferatezza, Fabio Tozzo risponde che voleva installare il digitale terrestre. E’ matto, non c’è alcun dubbio.
I due ragazzi, invece, sono sani di mente, ma sono nigeriani e anche clandestini: si chiamano John Paul e Kennedy Anetor. La questura gli concede il permesso di soggiorno per un anno.
Allora la pazzia era solo di Fabio Tozzo, non di tutto il popolo italiano. Nell’episodio di Milano, invece, Matteo Salvini, segretario federale lombardo della Lega Nord, ha attribuito al ministro Kyenge la responsabilità morale del triplice omicidio avvenuto a Milano per mano di un immigrato clandestino completamente fuori di testa.
Ecco, commentando i fatti di Palermo di 4 anni fa avrei potuto dire: “Ecco gli Italiani di Salvini“. Invece mi limito a pensare a John Paul e Kennedy e dico: “Ecco i padri degli italiani di domani“.
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