Mancano oramai pochi giorni alle elezioni nella capitale. Domenica 26 e lunedì 27 maggio i cittadini romani saranno chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio comunale ed i municipi territoriali, e soprattutto per decidere quale sarà il loro nuovo(?) sindaco. I favoriti in corsa sono l’attuale sindaco Gianni Alemanno, il candidato del centro-sinistra Ignazio Marino, il grillino De Vito ed il costruttore Alfio Marchini, sostenuto da due liste civiche.
Tuttavia tutti coloro che concorrono alla carica di primo cittadino sono 19, e a questi sono collegate in tutto 40 liste. Una vittoria netta al primo turno è poco probabile ( servono il 50 % più uno dei voti). Sarà quasi sicuramente al secondo turno che si saprà chi guiderà da 5 anni a questa parte la città più importante del nostro paese.
C’è enorme tensione in questi giorni, soprattutto tra i due favoriti Alemanno e Marino. Il sindaco uscente, dato per spacciato solo pochi mesi fa, è dato a pari merito nei sondaggi nei confronti del suo principale avversario.
La sinistra deve tornare a Roma. E deve tornare per renderla una città più giusta e meno povera, una città più civile e più sicura. Dopo i disastrosi anni della gestione Alemanno – caratterizzati da una giunta entrata più volte in crisi a causa degli avvisi di garanzia, dall’aumento della criminalità organizzata, degli attacchi a stampo omofobo e razzista e dalla pressione insostenibile del debito- è giunta l’ora di cambiare pagina.
Il programma di Ignazio Marino e del centrosinistra, “Roma è vita”, è degno di nota. L’obbiettivo è quello di far diventare Roma una città pienamente Europea. Si toccano i punti più svariati, come quello sui trasporti, dove si prevedono nuove linee di bus e di metro, l’abbassamento degli abbonamenti per gli studenti e gli anziani, e più in generale una mobilità sostenibile. Ma non solo: si parla anche di trasparenza (al primo punto del programma), di rifiuti (50 % di raccolta differenziata entro il 2014), di diritti (con particolare attenzione per le donne), di crescita (valorizzazione delle attività artistiche, agricole, e artigianali, e promozione dell’occupazione giovanile), di cultura, e di molto altro ancora.
Oscurato completamente dai media mainstream è stato il candidato di Repubblica Romana, Sandro Medici, già presidente del X municipio da 12 anni, sceso in campo con un programma di sinistra. A favore di Medici, oltre a Repubblica Romana, si sono schierate anche le liste: Liberare Roma, Partito Pirata e Sinistra per Roma. Il modello a cui guarda la coalizione è quello del governo territoriale partecipato, già sperimentato nel municipio X, un modello, per dirla con le parole del candidato sindaco “di sinistra indipendente e alternativo … che da tempo raccoglie soggettività e intelligenze, esperienze civiche e movimenti sociali, donne e uomini appassionati e generosi. Questo modello si chiama Repubblica Romana. Può essere l’ambito politico e culturale che accoglie la sinistra, le sinistre e forse molto altro ancora» .
Buona parte dei punti che si leggono nel programma, di ispirazione laica, ecologista, e progressista, sono politiche riconducibili a quel modello di “partecipazione territoriale” di cui ho già parlato: requisizione di case sfitte per darle a famiglie sfrattate, nuove forme di welfare ed autotutela, istituzione di un registro di unioni civili e raccolta di testamenti biologici.
Oltre ai punti già citati, sono di particolare rilevanza nel programma: la rottura del patto di stabilità, il congelamento del debito di Roma e la ri-pubblicizzazione dell’acqua. Degni di interesse sono anche le questioni relative alla piena cittadinanza, alla lotta contro la precarietà, al diritto all’abitare e alla gratuità del sistema di trasporto pubblico.
Il programma è stato il frutto di un intenso lavoro proveniente dal basso, frutto di assemblee e tavoli pubblici di discussione, a cui hanno partecipato movimenti sociali, associazioni e cittadini impegnati nel territorio. Non è quindi solamente diretto a persone oneste e della “società civile”, ma ha coinvolto la cittadinanza in prima persona, favorendo un dibattito orizzontale e aperto.
La scelta del nome Repubblica Romana è significativa. Esso indica che, anche oggi come allora, quando fu occupato lo stato Vaticano nel 1848, Roma dovrebbe battersi contro interessi particolari e clientelismo, favorire la lotta contro la povertà, e affermare l’interesse pubblico contro quello privato.
A sostegno del presidente del X municipio si sono schierate, oltre a precari,studenti, agricoltori e professori universitari anche alcune personalità del mondo della musica e dello spettacolo, come gli attori Elio Germano, Valentina Carnelutti e Valerio Mastandrea o le band musicali Afterhours, Assalti Frontali e Luci della Centrale Elettrica.
Una sola cosa è sicura: che a Roma c’è bisogno di sinistra!