Come volevasi dimostrare. Rodotà osa rilasciare un’intervista al Corriere della Sera in cui sostiene che Beppe Grillo sbaglia a dare la colpa agli elettori? Ecco che viene subito insultato dal leader a cinque stelle, che lo definisce “un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra“.
Ottuagenario miracolato dalla Rete? Ma di che stiamo parlando? Dello stesso Stefano Rodotà che batte l’Italia da Nord a Sud da quando Grillo era ancora un comico e basta e che è sempre stato in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori? E per giunta: è lo stesso che Grillo ha usato come candidato del M5S, quando per mesi l’aveva snobbato (per inciso, la petizione da 60mila firme è di Qualcosa di Sinistra, nel M5S Rodotà l’avevano votato in 4mila)?
Grillo non si smentisce mai: come qualsiasi capo carismatico accetta solo gli applausi. Se uno prova a criticarlo, il giorno dopo diventa un nemico del popolo e un “miracolato”. Grillo prima di insultare Rodotà dovrebbe sciacquarsi la bocca, e per bene: la sua storia parla da sé. Mentre per definire Grillo, bastano le sue parole: un miracolato dalla Rete. Che, tra l’altro, utilizza nel peggiore dei modi, utilizzando per il suo blog una piattaforma risalente alla preistoria di Internet.
Grillo è arrabbiato, è comprensibile, ma si faccia un bagno d’umiltà e si assuma le proprie responsabilità: dire che è colpa degli altri è roba talmente vecchia, che fa quasi spavento sentirla dire da uno che, sulla carta, voleva cambiare il mondo.