Il 22 settembre prossimo si terranno le elezioni federali tedesche. A contendersi la cancelleria saranno principalmente Angela Merkel (CDU) e Peer Steinbrück (SPD), ma anche Rainer Brüderle del Partito Liberale (attualmente Ministro dell’Economia e delle Tecnologie e membro del CdA della rete televisiva ZDF), i Verdi, la sinistra alternativa Die Linke, i Pirati e il neonato partito antieuro.
Il leader del partito di centrosinistra è noto agli italiani per la frase su Grillo e Berlusconi (“In Italia sono stati eletti due clown”), che tanto ha fatto arrabbiare re Giorgio (Napolitano). Forse per Berlusconi era meglio parlare di condannato…
Ma Steinbrück è noto per queste sue uscite fuori luogo. E alcuni, va detto, lo apprezzano proprio perché non ha peli sulla lingua, a differenza dell’attuale cancelliera.
Certo, se a me non puzzasse di resa, il teatrino di Steinbrück farebbe anche ridere. Ad esempio, qualche giorno fa le forti piogge che hanno colpito Hessen e Saarland hanno letteralmente sciolto i manifesti della SPD prodotti in carta ecologica e riciclabile. Metafora di una campagna elettorale? Forse. E sulle elezioni di settembre peseranno anche la crisi coi Verdi a Berlino: storia che si ripete da anni quella del rapporto difficile tra i due partiti e mai efficacemente risolta. Certo è improbabile che il partito ecologista si presenti a fianco di Angela Merkel, ma una maggiore decisione da entrambe le parti di presentarsi come una coalizione darebbe una mano agli elettori, soprattutto a quelli ancora indecisi.
Perché il grosso problema per i tedeschi che si accingono a votare, secondo Ludwig Greven, è che ancora non sanno perché non dovrebbero votare nuovamente Angela Merkel. L’ultima sparata, quella sul menù vegetariano nelle mense pubbliche il venerdì, ricorda grottescamente la campagna dei Verdi del 1990: “loro parlano di unità, noi parliamo del clima”. Che di per sé è encomiabile che più di 20 anni fa un partito europeo mettesse in agenda i cambiamenti climatici, ma forse con un muro caduto appena qualche mese prima non è stata una mossa da manuale.
Emblematico, a mio avviso, che il Corriere ne faccia una notizia da sezione Salute piuttosto che da Politica. Una proposta di questo tipo di per sé dice infatti poco o nulla (ed è questo che è grave): se da settembre in poi i tedeschi si ritrovassero in mensa al venerdì la pasta al pomodoro anziché il currywurst probabilmente non se ne accorgerebbero nemmeno. Ma sono le modalità della proposta in piena campagna elettorale che devono far riflettere. Perché se da una parte si tratta di un argomento di poca importanza, che si potrebbe anche giustamente inserire nella prossima agenda di governo, dall’altra a qualcuno proprio perché espressamente detta ora, richiama alla mente un periodo storico ancora troppo vivo, quello in cui lo Stato (o un altro Stato) ti controllava anche nel piatto. E allora, di nuovo, perché dovrei votare loro che si interessano del mio piatto del venerdì e non Angela Merkel? Misteri da realpolitik.
L’impressione (mia ma non solo) è che Verdi e SPD si stiano già preparando a fare opposizione e non a governare.
E forse questo (insieme alle vicende degli altri Paesi europei) potrebbe anche interessarci, metti mai che ogni tanto ci si ritrovi a fare i conti con l’Europa oltre che con le manifestazioni di piazza dei berluscones…