Si è spenta, dopo due anni di lotta. Federica Cardia, che sul blog www.tantovincoio.it ha raccontato la sua lotta contro il cancro al colon che l’aveva colpita, sconvolgendo la sua vita, non ce l’ha fatta.
Non la conoscevo, leggevo però ogni tanto quello che scriveva su facebook e sul suo blog: da quello si capiva la sua straordinaria forza e la sua voglia di vivere. Non le ho mai chiesto l’amicizia: mi sembrava irrispettoso della sua lotta tenerla là parcheggiata come una figurina del mio album, anche perché non avrei mai avuto il coraggio di importunarla per lanciarmi in banali frasi di circostanza.
La sua pagina facebook si sta riempiendo di attestati di solidarietà alla famiglia e agli amici (quelli veri, non virtuali). Mi ha sempre colpito la tranquillità con cui aggiornava il suo pubblico dei suoi quotidiani sforzi contro la malattia. L’ultimo post su facebook, due giorni fa, riporta:
“Tre mesi e più di ospedale (non continuativi, ma più o meno siamo lì) tra alti e bassi, interventi chirurgici e tanta, troppa stanchezza. Spero di darvi buone notizie nelle prossime settimane, per ora buonanotte!“
Ecco, le cure tradizionali non funzionavano, ma quelle sperimentali costavano troppo, per questo aveva avviato una raccolta fondi e aveva chiesto aiuto a chiunque, mettendo online la sua cartella clinica. Era disposta a qualsiasi cosa per salvarsi. E’ di fronte a perdite del genere che poi ti chiedi perché c’è al mondo anche chi si oppone alla ricerca scientifica. Non so darmi una risposta.
Stasera sono triste, abbiamo perso un’altra compagna di lotta. E’ vero che in questo mondo siamo solo di passaggio e conta quello che lasci, non per quanto tempo rimani, eppure non mi arrendo mai, ogni volta che succede, a questi drammi, generati anche da quella “seconda modernità” i cui rischi e pericoli sono ben noti a tutti, ma che sembrano non interessare, almeno finché non colpiscono qualcuno dei nostri cari.
Claudia Sarritzu, sua amica e redattrice di Globalist, ha scritto: «Avevi 31 anni, ma hai dato una lezione di estrema forza a tutta l’Italia che si è affezionata a te, e che ha seguito la tua guerra contro il cancro. Nell’ultimo mese non ci siamo sentite, avevi scelto di prenderti una pausa, mi avevi inviato una mail dove mi dicevi che non avevi la forza per scrivere, ti ho risposto “Quando ti riprendi Fede, noi siamo qui”. Lo siamo venuti a sapere su Facebook. Per oggi noi chiudiamo tutto, anche se casca il mondo, non abbiamo la testa né la voglia di lavorare. Forse non saresti stata d’accordo, ma abbiamo bisogno di pensarti e di ricordarti»
Ciao compagna, ora volteggi, libera, tra le stelle.