Michel Houellebecq è uno scrittore provocatorio, criticato e chiacchierato, e a sentire le voci che girano intorno alla sua figura, anche antipatico: sarà per le sue dichiarazioni sulla religione musulmana che gli sono valse un processo (fu assolto, e a dire la verità non le ha mai risparmiate neanche al cristianesimo), sarà per la sua vita burrascosa, sarà per la nostra idolatria verso le cosiddette celebrities che ci lascia puntualmente delusi… eppure attrae migliaia di lettori e decine di giornalisti, forse perché “scandalizzare è un diritto, essere scandalizzati un piacere”, come disse nella sua ultima intervista Pasolini.
Anche se il suo ultimo libro (“La carta e il territorio”, Bompiani) è uscito già tre anni fa e il suo romanzo più famoso molto probabilmente resta “Le particelle elementari” (sempre edito da Bompiani e caso letterario del ’99), “Piattaforma. Nel centro del mondo” è il non plus ultra del piacere/diritto allo scandalo di cui, va detto, Houellebecq è una specie di guru in Francia e in tutta Europa. La storia ruota intorno a Michel, colletto bianco d’oltralpe appena rimasto orfano di padre, insensibile a tutto e tutti. Finalmente decide di partire per un viaggio in Oriente, non tra monaci ed eremiti a ritrovare se stesso, bensì in Thailandia, nel regno del sesso a pagamento per turisti occidentali. Tornato (sessualmente appagato e innamorato) a Parigi dà una svolta alla sua vita: il turismo sessuale è un business facile e potenzialmente ricchissimo, ma la tragedia è dietro l’angolo…
Tutto è legale, basta saperci fare. Sesso, piacere, amore: cosa siano e dove finisca l’uno e cominci l’altro è una domanda insidiosa per le nostre sicurezze da moralisti e bacchettoni. Houellebecq in questo libro (non che negli altri non lo faccia) riesce a scendere nei dettagli erotici senza risultare scontato o artificioso, senza cadere cioè nella mera provocazione a fini commerciali. La sua scrittura ha infatti il pregio di sbattere in faccia al lettore la tristezza senza speranza della routine del consumo (del sesso, del denaro, dei rapporti, degli oggetti, delle persone) e vanta un cinismo senza il quale riuscire a smontare e analizzare i miti della nostra epoca sarebbe un’impresa impossibile. Quella di “Piattaforma. Nel centro del mondo.” è la storia-paradigma dei problemi relazionali vecchi come il mondo che nella società delle infinite e velocissime interconnessioni si sono amplificati e aggravati, dei rapporti di potere e sfruttamento del tanto acclamato mercato globale. Il turismo sessuale ci colpisce e talvolta ci indigna in maniera molto diretta, ma è solo uno dei tanti aspetti del mito della globalizzazione e, forse, anche uno dei meno ripugnanti. Di sicuro siamo di fronte a una domanda fondamentale: chi è lo sfruttato e chi lo sfruttatore? Chissà, compagni, se sappiamo davvero rispondere.