Nelson #Mandela è morto

 Non importa quanto angusta sia la porta,
quanto impietosa la sentenza.
Sono il padrone del mio destino;
il capitano della mia anima.
(Invictus)

“Madiba”, così lo chiamavano tutti. Si è spento sereno nella sua abitazione attorniato dai familiari. Aveva 95 anni, di cui 27 trascorsi nelle prigioni del regime sudafricano, prima della liberazione dall’Apartheid. Comunista, negli anni ’70, durante la prigionia, mentre Margaret Tatcher lo definiva un terrorista, l’unico a chiedere in ambito internazionale la scarcerazione fu Enrico Berlinguer, tra i leader politici europei.

Come per Enrico, mi ha sempre colpito il suo sorriso, che infondeva una straordinaria serenità, che dava speranza, che ti dimostrava come la vita può essere vissuta in maniera degna e decorosa anche dopo 27 anni di prigione, se questi sono fatti per i diritti degli altri, per gli ideali in cui credi.

Una volta disse, a proposito della vittoria della sua lotta in Sudafrica: “Un vincitore è un sognatore che non s’è mai arreso.” Ecco, il modo migliore per celebrare la vita di Nelson Mandela è non arrendersi mai, anche quando si ha tutti e tutto contro.

Riposa in pace, Nelson. Ti immagino con Enrico, ovunque si vada quando si esala l’ultimo respiro, continuando a sognare, anche per noi che siamo rimasti, un mondo più giusto, un mondo più bello, il mondo per il quale hai lottato e per il quale noi dobbiamo continuare a lottare. Perché non si può non lottare per cambiare ciò che non va.