di Jenn Fitzpatrick su AfterEllen.com
Quando Liz Cheney ha annunciato in Novembre a Fox News di supportare il matrimonio tradizionale (nonostante sua sorella Mary Cheney sia apertamente gay oltre che sposata), credo che nessuno di noi ne fosse sorpreso. Dopotutto Liz rischia di essere sonoramente battuta nella sua corsa al Senato dal veterano Mike Enzi, e tutti noi sappiamo che quando si tratta di primarie del partito Repubblicano l’unica direzione da prendere è quella che va dritta alla meta. Su questo argomento la signora Cheney aveva già subito diverse pressioni: avere una sorella omosessuale è un bel dilemma se vuoi restare in carica rimanendo Repubblicana. Inoltre non è sorprendente che l’ex vice-presidente Dick Cheney si sia schierato a favore della posizione di Liz (e contro i diritti civili dell’altra figlia Mary).
Anch’io sono una donna eterosessuale, sposata, con una sorella gay e vivo in uno Stato ultra-conservatore. Quindi Liz perdonami la familiarità, ma vorrei rivolgermi direttamente a te visto che condividiamo una situazione comune.
Tu supporti il matrimonio tradizionale. Vorrei avere un’idea di cosa significhi. Vorrei non ricevere una risposta superficiale, data da una persona superficiale per soddisfare il minimo comune denominatore dell’elettorato, spaventato che i gay possano venire a rapire i loro figli o a rubare loro il posto al PTA (Associazione Genitori e Insegnanti). Vorrei che sapessi che il matrimonio tradizionale – sai, quello della Bibbia – a volte include un marito e una moglie, altre volte un marito e molte mogli e ancora un marito, molte mogli e molte concubine. Un uomo, una donna e la sua proprietà! Un uomo e la vedova di suo fratello! Un uomo e la donna che ha stuprato! Un soldato e la donna che ha catturato in guerra!
Questa cosa un uomo / una donna è solo la punta dell’iceberg del matrimonio tradizionale. Ma anche se avessi ragione su questa parte (e non ce l’hai), sei ancora parecchio nel torto.
Aprite le orecchie donne eterosessuali. Se c’è stato un tempo in cui aveva senso trattare con un certo tatto alcuni argomenti, quel tempo è passato. Non è più “ok” dare supporto alle nostre sorelle dentro casa e tenere la bocca chiusa o stare sul vago quando l’argomento viene fuori in un’educata conversazione in società. Abbiamo bisogno di fare molto di più per la felicità delle nostre sorelle, non solo parlarne. Dobbiamo dare il nostro impegno, il nostro tempo e il nostro voto a quelle persone che stanno lavorando per migliorare la vita dei nostri cari.
Tutte noi amiamo le nostre sorelle, sebbene in modi e lingue differenti. Forse è stato uno shock per voi quando vostra sorella vi ha rivelato di essere omosessuale. Forse avete lottato per capirle. Forse va contro quei valori che vi sono stati piantati come semi nella mente quando eravate delle bambine. Forse state cercando di estirpare ciò che da questi semi è cresciuto.
O forse siete lì ai Pride con la maglietta “Straight but not narrow” (letteralmente “dritta ma non ristretta”, qui nel significato di “etero ma con la mente aperta”). Forse l’adesivo dell’HRC (la Campagna per i Diritti Umani a favore dei diritti LGBT) sulla vostra auto si è sbiadito senza che ve ne accorgeste e quello del PFLAG (Genitori, Famiglia e Amici di Lesbiche e Gay) l’avete dovuto mettere due volte. Forse sapevate che vostra sorella era omosessuale anni prima che se ne rendesse conto lei stessa. Quando Heather Anne me l’ha detto, credo di aver risposto “lo so” e “finalmente”. Ma la cosa più importante? Le ho detto “ti voglio bene”. Il resto è senza senso.
Se siete abbastanza fortunate da avere una sorella ormai sapete come funziona. Se vi ruba il vostro Baby-sitter’s club (serie di libri per bambine) così che usciate fuori a costruire un fortino con lei, vi arrabbiate, ma poi andate fuori e costruite quel fortino. Se gliene dice quattro al vostro fidanzato fuori da scuola, voi lo dite ai vostri genitori (e questi probabilmente le daranno la paghetta extra quella settimana perché quel ragazzo lo odiavano anche loro). Ma quando i diritti fondamentali di vostra sorella vengono messi da parte? Quando qualcuno vi chiede se supportate il diritto di vostra sorella di amare chi ama e se questo amore è uguale a quello che provate anche voi? Voi vi alzate a combattete perché nessuno – no, nessuno – ha il diritto di andare contro la vostra famiglia. Nessuno ha il diritto di sminuire o sbeffeggiare l’amore di vostra sorella per la sua compagna. Nessuno ha il diritto di dirle che vale meno di qualcun altro, che è di serie B, che dovrebbe avere solo diritto a, come lo stimato Ruth Bader Ginsburg l’ha chiamato, un “matrimonio parzialmente scremato”.
Quando vostra sorella è innamorata chi se ne frega di cosa un libro millenario o le vostre convinzioni politiche vi dicono. Quando vostra sorella è innamorata le date un abbraccio, le offrite una birra e le chiedete dove vuole andare a comprare il vestito da sposa. E in fondo vorreste menare la sua ragazza, ma provereste lo stesso per chiunque avesse portato a casa, perché nessuno sarà mai abbastanza per nostra sorella. Lo sapevamo da prima di costruire il fortino.
Alzatevi in piedi donne eterosessuali, state al fianco delle vostre sorelle e, quando serve, state di fronte a loro. Ma per l’amor di Dio non siate mai, mai, quelle che sparano contro.
[divider]
Jenn Fitzpatrick è la sorella minore del redattore capo di AfterEllen.com, Heather Hogan. Il nome del sito web, fondato da Sarah Warn e oggi di proprietà della Logo TV, richiama il coming out della popolare conduttrice e attrice statunitense Ellen Degeneres come pietra miliare del cambiamento di percezione delle lesbiche e delle bisessuali da parte della televisione. Il sito, che ospita numerosi blog e ha spesso un taglio leggero ma non superficiale, si occupa infatti di come le donne della comunità LGBT di tutto il mondo vengono rappresentate dai media.