Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un articolo che, un po’ scherzando e un po’ sul serio, spiegava moto bene (a mio parere) la differenza tra un animalista e un animalaro. Mi hanno fatto riflettere i commenti che sono andati da post ad articoli del blog di Grillo, a considerazioni di “pancia” dettate dal momento emotivo e non scaturite da un percorso oggettivo. Mi sono reso conto quanto sia fallimentare il metodo comunicativo basato solo sul voler mettere in evidenza le false montature a carico della Scienza tipo: “Quale Scienza!! Sono tutti venduti alle industrie farmaceutiche” oppure “Sperimentare i farmaci sugli animali è inutile, lo dicono molti scienziati!!”. In questo modo si sposta il livello del dibattito sullo smentire (o revisionare) queste tesi, soprattutto se queste ultime sono false o basate su presupposti errati.
Quello di revisionare una tesi e cercare riscontri oggettivi è un po’ quello che di solito si fa nella Scienza con il peer review, con la differenza che chi “revisiona” la tesi non è anonimo. Inoltre un articolo su un blog o un post sui social network non è il luogo dove si confutano tesi scientifiche, per questo ci sono riviste specializzate dove gli editori hanno provata esperienza nel campo scientifico. Non dico che confutare una tesi sia totalmente inutile, ma temo che la discussione passi ad un livello dove gli interlocutori sono: uno che presenta una tesi e un altro che la revisiona. Questo funziona bene all’interno della comunità scientifica, dove il revisore è anonimo e chi presenta la tesi dovrebbe essere in buona fede. Su un social network tutto questo può essere deleterio con il rischio di una radicalizzazione delle posizioni. Certo, mostrare le falsità a carico della Scienza può aiutare a fare chiarezza su tante voci infondate a carico della stessa, ma quello che manca di più oggi è una divulgazione scientifica che parli di Scienza.
A parte qualche caso isolato, esistono poche realtà dove si spiega alla gente come si fa la ricerca, quali sono gli lavori che hanno portato a scoprire come funzionano gli eventi nel mondo naturale, quali sono i meccanismi della vita e come si studiano. Secondo me è fondamentale che si racconti alla gente cosa fa la Scienza senza per forza voler salire in cattedra e vestire i panni del “revisore”. Dico questo perché mi capita spesso di vedere come sia degenerato il modo di comunicare la Scienza, dove prende sempre più piede lo sberleffo in risposta alle fandonie inventate per screditare la ricerca scientifica. E’ insito nell’uomo avere paura di ciò che non si conosce, chiamiamolo “istinto primordiale di sopravvivenza”, proprio per questo occorre spiegare la Scienza.
A questo proposito vi segnalo questo bel blog chiamato Potenziale d’azione, dove vengono spiegati in modo molto lineare i fenomeni naturali. Buona lettura.
ps.
Come immagine ho scelto Galileo Galilei per due motivi: primo perché con lui nasce la Scienza moderna, secondo perché ha avuto un bel da fare nello spiegare la Scienza e sappiamo com’è andata a finire.