Nel 1981 anche in Italia arrivò il caso letterario di fine anni ’70: Wir Kinder vom Bahnhof Zoo (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino) dei giornalisti Hermann e Rieck, scritto sulla base delle interviste fatte per il mensile Stern a Christiane Vera Felscherinow, meglio nota come Christiane F. I protagonisti di quella torbida vicenda di prostituzione, spaccio e consumo di droga erano dei bambini (nel titolo originale compare la parola “Kinder” che in italiano venne tradotto col più soft “ragazzi”) e tutto il mondo si domandava come poteva essere accaduto a loro e proprio nei dintorni della stazione principale dell’allora Berlino Ovest.
A distanza di quasi 40 anni risulta ancora difficile non guardare al mondo della droga in maniera pregiudiziale: le discoteche (come il Sound di Berlino), le situazioni di povertà ed emarginazione sociale sembrano elementi fondamentali per la diffusione dell’eroina. Qualcosa io credo sia cambiato nell’opinione pubblica con la morte improvvisa dell’attore Philip Seymour Hoffman avvenuta probabilmente per overdose da eroina: la droga dei poveracci e dei “tossici” da strada per eccellenza, quella che portò nel giro della prostituzione Christiane F. e i suoi amici, colpisce nel 2014 un personaggio ricco, talentuoso e molto amato dal pubblico, possibile?
BREVE STORIA DI UN FARMACO CHIAMATO EROINA
A fine ‘800 una delle più grandi innovazioni in campo chimico e farmaceutico fu la scoperta della reazione di acetilazione. Il chimico Felix Hoffmann (o più probabilmente il suo “capo” Arthur Eichergrün) sintetizzò l’acido acetilsalicilico presso i laboratori della Bayer che lo brevettò col nome commerciale noto ancora oggi: Aspirina. L’eroina si ottiene in maniera analoga, per acetilazione della morfina: quest’ultima è detta “oppiaceo” in quanto molecola contenuta nell’oppio, ovvero la resina che si ottiene incidendo le capsule immature del papaver somniferum e lasciandone seccare il latte fuoriuscito. L’oppio è noto sin dai tempi antichi e a causa sua si combatterono anche due guerre fra Cina e truppe anglo-francesi, entrambe nella seconda metà del XIX secolo. L’eroina, sull’onda del successo dell’aspirina e grazie ad un nome accattivante, divenne presto un grande successo commerciale e cominciò ad essere prescritta per le più disparate patologie. Era inoltre opinione comune che non desse quegli spiacevoli effetti collaterali che si sperimentano con l’uso della morfina, dipendenza compresa. [1]
COME AGISCONO GLI OPPIACEI
Gli oppiacei fanno parte di una più grande famiglia di molecole, quella degli alcaloidi. Si tratta di sostanze molto interessanti in farmacologia perché hanno effetti più che apprezzabili sugli organismi animali (compreso l’uomo): alcune di esse, come la stricnina che si ottiene dalla cosiddette fave di Sant’Ignazio, possono essere letali già a dosi bassissime, altre, come la codeina (che si ottiene per metilazione della morfina) sono ampiamente utilizzate per il trattamento del dolore, anche lieve. Anche il nostro cervello produce delle sostanze simili, che sono dette appunto “oppioidi” (cioè “simili agli oppiacei”), come le endorfine che sono responsabili, ad esempio, della sensazione di benessere al termine di un rapporto sessuale. Tutte queste molecole producono degli effetti sul nostro organismo perché ve ne trovano delle altre che sono loro complementari (i cosiddetti recettori), un po’ come nel gioco degli incastri che si fa da bambini. Quando recettore e oppioide si incontrano, si ha una modifica del trasporto degli ioni potassio e calcio e conseguentemente ne risente il nostro sistema nervoso. Gli effetti più comuni degli oppioidi sono: restringimento della pupilla, depressione, euforia, diminuzione del dolore, rallentamento della respirazione e delle funzioni gastro-intestinali, abbassamento delle difese immunitarie, vasodilatazione, prurito.
GLI EFFETTI DELL’EROINA
L’assunzione di eroina non comporta effetti molto diversi rispetto a quelli della morfina, questo perché, una volta superata la barriera che protegge il nostro cervello dalle sostanze nocive che possono essere contenute nel sangue, si ritrasforma appunto in morfina. Appena assunta l’eroina provoca una condizione di estasi assimilabile a un orgasmo, dopo quasi mezz’ora cambiano la percezione del tempo e dello spazio e ci si può ritrovare in uno stato di depressione o di euforia, ma è dopo un’ora che si raggiunge il picco massimo, con un senso diffuso di pace e piacere. L’eroina provoca immediatamente dipendenza sia fisica che psicologica, a cui può associarsi la tolleranza, cioè la necessità di assumere più sostanza per provare le stesse sensazioni sperimentate in precedenza. Una volta instaurata la dipendenza, però, gli effetti a medio e lungo termine sono tutt’altro che piacevoli: viene inibita la produzione del cortisolo, l’ormone che bilancia l’azione dell’insulina e contrasta le infiammazioni, si perdono i denti, si avvertono apatia, depressione, non si riescono più ad avere rapporti sessuali e aumenta il rischio di osteoporosi, la malattia che indebolisce il nostro scheletro e ci rende facilmente soggetti a fratture. Secondo la rivista Lancet l’eroina è la peggiore fra le sostanze da abuso, sia per quanto riguarda i danni fisici sia per il suo costo sociale.
L’ASTINENZA DA EROINA
Come per tutte le sostanze che creano dipendenza (comprese quindi anche alcol, tabacco e caffeina) anche chi fa uso di eroina è soggetto a crisi di astinenza la cui gravità è difficile da descrivere a parole. Le crisi possono sopraggiungere anche solo dopo 3 ore dall’ultima dose e durare fino a una settimana in mancanza di una nuova dose o di una molecola sostitutiva (come il metadone che viene somministrato proprio a chi è dipendente da oppiacei). Tra i sintomi si riscontrano nausea e vomito, intensa sensazione di freddo, insonnia, diarrea, agitazione e irritabilità, forti dolori muscolari e alle ossa.[2]
L’OVERDOSE DI EROINA
Con overdose si intende l’assunzione eccessiva di un qualsiasi farmaco. La lingua inglese in questo caso ci aiuta anche a comprendere meglio la duplice natura delle sostanze chimiche (naturali o di sintesi) [3] che assumiamo: con il termine drug, infatti, si indicano sia i farmaci sia le sostanze da abuso. Un’overdose si può verificare in entrambi i casi e gli effetti non sono positivi in nessuno dei due: nei foglietti illustrativi viene spesso indicata col termine italiano “sovradosaggio” che non va confuso con gli “effetti collaterali” cui solitamente si presta più attenzione. Nel caso dell’eroina una dose eccessiva fa sì che il cervello si dimentichi di comandare al corpo di respirare e dopo pochi minuti il mancato apporto di ossigeno agli organi vitali (come reni, cervello, cuore) provoca la morte. Si può salvare una persona in overdose da eroina? Sì, ma il tempo a disposizione è pochissimo: il cervello umano, infatti, può vivere senza ossigeno solo per 5 minuti e in attesa dei soccorsi è necessario praticare sia la respirazione bocca a bocca che il massaggio cardiaco. Recenti fatti di cronaca ci ricordano che l’overdose non si raggiunge solamente iniettandosi l’eroina, ma anche sniffandola o fumandola.
COME VIENE VENDUTA E CONSUMATA L’EROINA
L’immagine più comune che abbiamo dell’eroinomane è quella di un giovane munito di laccio emostatico e di una siringa. Effettivamente il consumo di eroina è più popolare sotto i 35 anni se non addirittura nell’adolescenza, ma poiché essa crea una forte dipendenza uscirne non è semplice e ci si può ritrovare ad essere gravemente tossicodipendenti anche oltre i 40 anni (dati IPSAD), in ogni caso le probabilità che un eroinomane superi i 35-40 anni sono scarsissime.
Il metodo più comune di assunzione è l’iniezione ed è facile comprenderne la ragione: noi tutti nella nostra anche minima esperienza di pazienti abbiamo verificato che una puntura ha effetti molto più rapidi di una pillola, questo perché il farmaco entra direttamente nella circolazione sanguigna e non deve superare barriere decisamente più ostiche come ad esempio lo stomaco. Oggi però sappiamo anche che l’eroina si può sniffare (similmente alla cocaina) o fumare, con l’aggiunta quindi dei danni alle vie respiratorie oltre a quelli propri della sostanza. Questi due metodi di assunzione sembra attraggano maggiormente sia i giovanissimi sia i ceti sociali più benestanti, probabilmente perché slegati dall’immagine comune dell’eroinomane. La cosiddetta cobret è più adatta ad essere inalata e sta diventando molto popolare a causa dei prezzi bassissimi. Nel mercato illegale si trovano anche quella thailandese (Elefante) particolarmente pura, quella meno pura nota come brown sugar e dosi “tagliate”, cioè eroina a cui vengono aggiunte le sostanze più disparate, dalla stricnina alla caffeina allo zucchero. Molto diffusa è anche la cosiddetta speedball, un miscuglio di eroina (o morfina) e cocaina, cioè di un oppiaceo e di una sostanza eccitante, miscuglio che ha ucciso Layne Staley, John Belushi, River Phoenix e chissà quanti altri anonimi consumatori di droghe nel mondo. Infine i costi: in Italia oggi è possibile trovare eroina a meno di 30 euro al grammo, un costo irrisorio se paragonato a quello degli anni ’70-’80 o a quello di altre sostanze da abuso e che fa gioco al mercato degli stupefacenti che non segue di certo regole di domanda e offerta diverse da quelle dei mercati legali.
AFGHANISTAN: UNA GUERRA PER L’OPPIO?
L’Afghanistan è il più importante produttore di oppio al mondo nonché il principale esportatore di eroina. I traffici di droga e la corruzione legati a quella che ufficialmente passò come una doverosa guerra al terrorismo sono raccontati nell’interessante libro della giornalista d’inchiesta Giorgia Pietropaoli “Missione oppio: cronache e retroscena di una guerra persa in partenza”. L’anno scorso su alcuni quotidiani [4] comparve anche la testimonianza di Alessandra Gabrielli, militare della Folgore che nella caserma di Livorno fu iniziata al consumo di eroina da alcuni colleghi della missione Isaf, quella che opera in supporto al governo afghano in base alla risoluzione ONU: dopo l’arresto per spaccio dell’ex parà le inchieste sui rapporti dei militari italiani col traffico di eroina si fermarono. Antonio Maria Costa, ex sottosegretario generale dell’ONU ed ex direttore esecutivo dell’UNODC, sul Washington Post e in base alle rivelazioni del sito WikiLeaks, ha affermato che esiste un legame tra la NATO, i grandi colossi finanziari occidentali e i produttori di oppio in Afghanistan. Non si tratta di chissà quale complotto segreto: così come da inizio ‘900 si sono fatte le guerre per il petrolio, si sono fatte, si fanno e si faranno le guerre per l’oppio, soprattutto visto l’ampio bacino di clienti a disposizione (15 milioni di consumatori e un giro d’affari di 55 miliardi di dollari).
Certo è che alla luce di tutto quello che gravita intorno al mercato dell’eroina e agli effetti devastanti che questa sostanza ha sui suoi consumatori e quindi su tutta la società, viene da chiedersi perché i parlamentari italiani siano sempre alacremente occupati a contrastare la legalizzazione della vendita e ancor più della coltivazione di tutt’altra sostanza…
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[1] Li ha descritti molto bene Michail Bulgakov nel suo breve racconto intitolato appunto Morfina.
[2] Forse più di qualcuno ricorda la crisi di astinenza di Jim Carroll / Leonardo Di Caprio in Ritorno dal nulla.
[3] “Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non fit. (Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.)” Paracelso, medico e alchimista Svizzero, 1493-1541.
[4] Il Fatto Quotidiano, Il Secolo XIX e Il Corriere della Sera.