Pippo Civati è il novello sor Tentenna della Sinistra italiana. E’ infatti l’esponente politico più indeciso in circolazione. Un giorno rilascia dichiarazioni roboanti contro Matteo Renzi: “sta facendo di tutto affinché io non voti la fiducia al suo governo”. Due giorni dopo, tuttavia, il buon Pippo cambia idea e afferma che concederà il proprio “sì critico” all’esecutivo formato dall’ex sindaco di Firenze. Civati è fatto così. Prima spara a palle incatenate contro l’establishment del Partito Democratico; poi, nel giro di pochi minuti, rientra diligentemente nei ranghi come se nulla fosse…
La parabola politica del sor Tentenna monzese è particolarmente istruttiva. Cresciuto nella fila dei Democratici di Sinistra brianzoli, dal 2005 al 2013 ha rivestito l’incarico di consigliere regionale in Lombardia ed ha incominciato ad essere conosciuto a livello nazionale grazie alle sue continue critiche rivolte ai vertici democratici. Nel febbraio del 2013 avviene il grande salto per Civati: viene eletto infatti alla Camera dei Deputati e da questa nuova posizione attacca ad ogni piè sospinto le scelte del proprio partito riguardo all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e riguardo alla formazione di un esecutivo di larghe intese insieme al Centrodestra di Silvio Berlusconi.
Una volta formatosi il governo di Enrico Letta, tuttavia, un politico normale avrebbe pensato fra sé e sé: “sono contrario a questa porcata, ma la stragrande maggioranza del mio partito è favorevole. Ergo, abbandono il Partito Democratico e cerco di costruire insieme ad altre personalità una nuova forza politica veramente di Sinistra”. Nessuno, però, aveva fatto i conti con il buon vecchio Pippo, che è un uomo singolare. Civati decide infatti di non partecipare al voto di fiducia al nuovo governo, ma non abbandona il PD.
Civati si è nel frattempo illuso che il Partito Democratico possa essere ancora cambiato dall’interno e quindi sceglie di presentare la propria candidatura alla segreteria di questa formazione politica, in vista delle primarie dell’8 dicembre scorso. La sua campagna elettorale è brillante, il suo programma congressuale è condivisibile, ma Pippo alla fine si deve accontentare di un misero 14,19%.
Il PD dall’8 dicembre 2013 è ormai in larga parte una forza politica composta da “yesmen” comandati a bacchetta dal nuovo segretario Renzi, ma Civati non ha ancora colto questo dato di fatto e non se ne va, accontentandosi della propria riserva indiana, del tutto ininfluente. Il resto sono storie fresche di stampa. Quando Matteo il Fiorentino pugnala alle spalle Enrico il Pisano, Pippo esprime la propria contrarietà alla nascita di un esecutivo guidato da Renzi, salvo poi affermare che voterà obtorto collo la fiducia al nuovo governo. Le ultime notizie raccontano addirittura di un Civati che straparla di un esecutivo formato dal PD e dai dissidenti del Movimento 5 Stelle…
Siamo giunti alle domande finali. Sor Tentenna Pippo Civati, ci sei o ci fai?! Non hai ancora capito che il PD è un caso irrecuperabile?! Che cosa aspetti ad andartene?! Ti illudi veramente che sia possibile cambiare dall’interno una formazione politica che di Sinistra non ha praticamente nulla?! Peccato che tutte queste siano domande retoriche. Come diceva Alessandro Manzoni, riferendosi a don Pippo Abbondio: “il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare”.