Volete davvero sapere se Matteo Renzi sta rispettando i tempi da lui annunciati? La risposta è semplice: no. E non lo diciamo perché siamo i soliti di sinistra rancorosi, ma semplicemente perché parlano da soli i countdown di Valigia Blu (da sempre schierato ventre a terra con il pupo fiorentino) che furono attivati appena il governo ha incassato la fiducia, un mese fa.
Su sei delle promesse arrivate a scadenza, cinque non sono stata rispettate: l’unica tempistica rispettata è stata la non troppo impegnativa presentazione del Jobs Act (dove Jobs non è un acronimo, come ha detto l’ex-sindaco di Firenze davanti a un Obama sbigottito in conferenza stampa, e soprattutto negli USA si mette sempre al singolare, mai al plurale).
Entro marzo era stata annunciata la riforma del lavoro: mancano tre giorni e per ora si sta discutendo ancora dei contenuti del ddl. Figuriamoci quando arriverà l’approvazione. E la legge elettorale prima entro gennaio, poi entro febbraio, dopo ancora entro marzo? Chissà se arriverà entro aprile (magari migliorata, visto che ora, così com’è, è incostituzionale).
Vent’anni fa Berlusconi vinceva le elezioni: non sentivamo certo la mancanza di un emule con la metà dei suoi anni, collocato per giunta a Sinistra. Perché di questo si tratta, nient’altro.