Il movimento LGBT britannico, e chiunque abbia un minimo di senso civico fra i sudditi di Elisabetta II, da ieri ha di che festeggiare con l’approvazione della legge sui matrimoni fra persone dello stesso sesso. Il Regno Unito va ad aggiungersi a Paesi Bassi, Canada, Spagna, Portogallo, Svezia, Norvegia, Belgio, Francia, Argentina, Brasile, Uruguay, Israele (dove non esiste il matrimonio civile nemmeno per le coppie etero ma vengono riconosciuti tutti quelli contratti all’estero), Nuova Zelanda, Australia, Sud Africa e parte degli USA.
Oggi è più che mai fondamentale dare a questo genere di diritti delle basi culturali solidissime. L’omosessualità e l’identità di genere hanno permeato la storia dell’umanità molto più di quanto non si sapesse (o dicesse) fino a 20-30 anni fa e probabilmente molto più di quanto pensiamo tutt’ora.
I logico e matematico Alan Turing, uno degli uomini chiave della vittoria britannica nella Seconda Guerra Mondiale, fu condannato a causa della sua manifesta omosessualità, in alternativa al carcere, all’iniezione di estrogeni per un anno, al termine del quale si suicidò ingerendo del cianuro di potassio. Nel documentario Paragraph 175 di Hans Müller molti sopravvissuti ai campi raccontano che gli omosessuali, una volta aperti i lager nazisti dagli alleati, furono l’unica categoria ad essere trasferita in carcere poiché la loro condizione rimaneva illegale in tutto il mondo.
La storia recente ci parla di queste tragedie ma anche di situazioni e abitudini che farebbero rabbrividire i bigotti di tutto il pianeta, i quali vedono nelle pratiche sessuali non convenzionali l’avvento di una modernità malata e distruttiva, convinzione che ovviamente va contro ogni evidenza storica e scientifica: a sentire loro fra 10 anni mezza Europa dovrebbe estinguersi per mano della lobby gay.
Il travestitismo è una pratica che si perde nella notte dei tempi e si è adattata agli usi più disparati. Per esempio alla necessità di emergere in un contesto prettamente maschile come per Billy/Dorothy Tripton nella musica jazz o Francesca Scanagatta, che alla morte del fratello frequentò vestita da uomo l’accademia militare, combatté in Germania e Italia e fu anche decorata senza che nessuno nell’esercito sospettasse nulla. Specialmente prima della fine del XX secolo le lesbiche hanno usato abiti maschili per intrattenere rapporti sessuali con altre donne, ma lo scambio di genere ha avuto ed ha anche una valenza artistica o di puro divertimento e quindi non necessariamente legata a una condizione transgender o omosessuale come si tende a pensare.
Nel suo romanzo d’esordio Sarah Waters, che allora (1998) stava lavorando alla sua tesi di dottorato in letteratura inglese, ha inserito molti di questi elementi in una delle epoche più affascinanti e prolifiche della storia britannica, quella vittoriana. Il romanzo si intitola Tipping The Velvet, espressione che fa chiaramente riferimento al sesso orale fra lesbiche e che in Italia si è pensato bene di tradurre con il molto meno evocativo (diciamo così) Carezze di Velluto… Nel 2002, a seguito del successo del libro, la BBC realizzò una miniserie in tre parti con Rachael Stirling (la figli di Diana Rigg che oggi tanti conoscono come Olenna Tyrell ma che fu a sua volta sex symbol e icona gay negli anni ’60). Sarah Waters ha mantenuto la medesima ambientazione e ha inserito storie lesbiche anche nel successivo Affinity (storia di genere mistery del 1999) e Fingersmith (del 2002, che parla anche di identità di classe). Ha anche raccontato l’Inghilterra gay e lesbica degli anni ’40 in The Night Watch (2006), per poi abbandonare momentaneamente la tematica lesbica per una più prettamente politico-economica nel suo lavoro più recente, The Little Stranger (2009).
I primi tre sono diventati tutti adattamenti televisivi di grande successo, nonostante non si siano più visti i sex toys e le scene ad alto tasso erotico di Tipping The Velvet che avevano fatto gridare allo scandalo molti spettatori: al tempo la BBC aveva ribattuto che l’adattamento di Moll Flanders sulla ITV (che andò in onda nello stesso periodo) non era certo più casto.
Espliciti o meno (non aspettatevi di leggere degli Harmony lesbo-erotici), quelli di Sarah Waters sono romanzi molto piacevoli anche per un pubblico eterosessuale, sono ben scritti e storicamente molto accurati. La novità rispetto alla maggior parte degli autori britannici del XIX-XX (Wilde compreso) sta però nel guardare alla società del tempo con gli occhi di una minoranza, quella femminile e omosessuale, costretta a vivere in un clima oppressivo, a muoversi tra illegalità e sacche di tolleranza, luoghi in cui spesso la differenza di classe diventava forzatamente molto meno rigida, in modo da perseguire con maggiore forza l’intento comune di poter vivere pienamente la propria sessualità.
Tutti i romanzi di Sarah Waters sono stati tradotti in Italia e sono disponibili anche i DVD degli adattamenti televisivi, in lingua originale.